Vogliamo condividere la responsabilità con chi ha bloccato la Paullese


Alla manifestazione hanno partecipato i gruppi di opposizione alla TEM di una decina di città e paesi attraversati dal tracciato di questa nuova autostrada, partiti politici, movimenti ambientalisti, amministratori locali – purtroppo ancora pochi, ma siamo solo all'inizio – e diversi cittadini, richiamati sul posto dall'appello girato in rete nei giorni precedenti e rimbalzato nelle numerose assemblee sulla questione tenutesi in molti paesi.
Alla manifestazione eravamo presenti anche noi, e anche noi abbiamo partecipato alla passeggiata sulla Paullese, iniziativa decisa al momento sul posto, visto il successo della dimostrazione e la voglia, da parte dei partecipanti, di marcare la giornata con un atto simbolico forte, che riuscisse ad attirare l'attenzione e segnasse l'esordio formale di un movimento di opposizione a un'opera inutile per la risoluzione dei problemi viabilistici della regione, con un impatto pesante sul piano ambientale e del territorio e della quale la popolazione interessata ha scarsa o nulla informazione.
Non staremo qui a elencare i motivi per i quali la TEM non bisogna farla, li potete trovare sul sito http://notemsimetro.wordpress.com/; quello che ci preme segnalare oggi è qualche cosa d'altro. Alla fine della manifestazione, quando i numerosi presenti si erano allontanati quasi tutti, le Forze dell'ordine presenti hanno identificato tre degli organizzatori della manifestazione, imputandogli la responsabilità dell'occupazione della strada. Bene, noi dirigenti, amministratori, militanti della Federazione della Sinistra, vogliamo, con questa pubblica lettera, solidarizzare con i tre compagni e condividere pubblicamente con loro la responsabilità di quell’atto. Noi c’eravamo e abbiamo passeggiato sulla Paullese, assieme ad altre centinaia di persone, per dire basta allo scempio ambientale, per sollecitare una nuova politica dei trasporti, per richiamare il Governo, la Regione, le Pprovince interessate al rispetto degli accordi, e se le persone identificate saranno denunciate per l'occupazione della strada, anche noi ci autodenunceremo per lo stesso fatto perché non vogliamo che qualcuno paghi per tutti, perché siamo abituati a rispondere di quello che facciamo, perché siamo convinti che sia giusto lottare con ogni mezzo pacifico a disposizione per evitare che, ancora una volta, sull'interesse comune prevalga quello privato, sulla salute di tutti l'interesse di pochi, per tentare di lasciare alle future generazioni qualche scampolo di territorio non degradato da asfalto, logistica e centri commerciali.