Bentornate rondini! Ma il rischio di estinzione è alto e vanno preservate

È tornata la bella stagione. Alte nel cielo volano le prime rondini, appena tornate dall’Africa e ancora stanche per il lungo viaggio. In Italia, oltre alla rondine comune “Hirundo rustica”, esistono altre cinque specie, differenti per tipologia e comportamento: il balestruccio, la rondine montana, il topino, la rondine rossiccia e il rondone.

Purtroppo le rondini sono ormai a rischio di estinzione. Recenti studi hanno stimato che negli ultimi 35-40 anni la popolazione europea di rondini è diminuita del 40%; dal 1970 ad oggi sono scomparse in Europa oltre 6 milioni di coppie. Mantenendo questo trend negativo, rischiamo di veder scomparire la rondine nel giro di 30-40 anni. Le cause del declino sono molteplici: le moderne coltivazioni agricole di tipo intensivo hanno eliminato buona parte delle siepi, dei fossi, dei prati, degli angoli incolti che fornivano alle rondini i terreni di caccia preferiti; l’impiego massiccio di fitofarmaci chimici e insetticidi portano all’eliminazione degli insetti di cui si nutrono; la ristrutturazione degli edifici rurali - in particolare le stalle - le priva di luoghi adatti alla nidificazione.
Le rondini sono importanti e quindi vanno protette non solo per il loro valore intrinseco (vanno ad aumentare la biodiversità) ma anche per la loro riconosciuta utilità. Queste specie si cibano esclusivamente in volo di insetti, prevalentemente moscerini, afidi, mosche e zanzare. 
È stato valutato che una città di medie dimensioni (100-150.000 abitanti) può ospitare circa 10.000 tra balestrucci, rondini e rondoni che nei 5-6 mesi di permanenza arrivano a mangiare 63 tonnellate di mosche e zanzare.
L’Europa e l’Italia si sono accorte del rischio di estinzione e hanno prodotto norme legislative in difesa delle rondini. È prevista la sanzione penale per chi cattura o uccide piccoli di rondine. Le rondini sono protette anche dalla Legge Regionale Lombarda per quanto riguarda i territori del Parco Sud.
L’Università di Milano-Bicocca sta effettuando da un paio d’anni una ricerca tra le provincie di Milano, Lodi e Cremona che consentirà di affrontare lo studio della migrazione della rondine. Duecento esemplari di rondini sono stati dotati di un mini dispositivo elettronico del peso di meno di un grammo, che permetterà di seguire il viaggio che le rondini effettuano per svernare in Africa, e capire cosa succede a quelle rondini che, partite a fine estate dalle nostre campagne, poi non fanno più ritorno l’anno successivo.
Il progetto ha interessato circa 200 cascine tra cui, a Peschiera Borromeo, la Cascina Pestazza.
Mi è capitato di assistere al lavoro dei ricercatori dell’Università che effettuavano i loro controlli sulle rondini (tra cui prelievi del sangue, apertura alare, peso, lunghezza, inanellatura, ecc..) mentre girovagavo con la mia bicicletta e la mia macchina fotografica nei paraggi di Cascina Pestazza, i quali mi hanno pure riferito che una rondine inanellata a Peschiera Borromeo è stata ritrovata in Sud Africa.
Il progetto prevede anche il coinvolgimento degli agricoltori, invitandoli ad adottare buone pratiche di conduzione agricola che comportano ricadute positive sull’habitat delle rondini: mantenimento di prati stabili, intensificazione delle colture foraggere come l’erba medica nelle immediate vicinanze dei siti di nidificazione, come le cascine e le stalle.
Walter Ferrari
Associazione Naturalista Carengione
tel: 339.7615179

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