Che fare con le Stelle di Natale finite le festività?

Ne esistono varietà bellissime, coloratissime, gialle, rosa, fucsia, e screziate. Quelle blù, invece, diffuse qualche anno fa, erano frutto di una colorazione artificiale

Finite le festività natalizie, riposti in cantina presepe ed albero, ci ritroviamo con le nostre "stelle di Natale", un po' appassite e con una caduta fogliare preoccupante. Molti reagiscono buttando letteralmente la pianta nel cestino: la sola idea mi fa inorridire. Dunque, che fare?
Cominciamo con il chiamarla con il giusto nome: Euphorbia pulcherrima, oppure, come da vecchia denominazione, Poinsettia. Forse non tutti sanno che il genere Euphorbia, che comprende moltissime specie, per lo più crassulaceae, deve il suo nome ad Euforbio, medico greco di Giuba II re di Numidia (era un territorio nordafricano, compreso tra il Marocco e la Tunisia, nel 40 a.C., sotto il dominio di Cartagine, prima che Giulio Cesare la assoggettasse a Roma), che per primo sembra scoprì le virtù medicinali di questo genere di piante. "Pulcherrima", invece, è il superlativo di "pulcher", quindi "bellissima". Così dovette pensare Poinsett, ambasciatore (nonché naturalista) statunitense in Messico (da cui è originaria), quando la osservò in piena fioritura sugli altopiani di quel meraviglioso paese, e per primo la importò in America.
E', in effetti, una pianta stupenda, ma soffre il freddo (mai sotto i 14 gradi): che tristezza vederla fuori dai negozi, a Milano, a dicembre, e saperla andare incontro a morte certa! Il suo incantevole fiore è, in verità, un "falso fiore": il vero fiore è quello giallo, piccolo, al centro dell'infiorescenza. La parte più appariscente è costituita da "brattee" (cioè foglie), "metamorfosate", che cambiano colore per rendere più appariscente il fiore (uno stratagemma che la pianta ha elaborato al fine di attirare maggiormente gli insetti impollinatori). Altra caratteristica è che è sensibile al fotoperiodo, cioè all'alternanza tra le ore di luce e quelle di buio. In particolare è una brevidiurna, abbisogna, cioè di almeno 12 ore continue, non interrotte, di buio, per almeno due mesi, per far colorare le brattee, la qual cosa si verifica, nei luoghi di origine, all'inizio di ottobre. I produttori, così, oscurano le serre due mesi prima di Natale per 12 ore continue, in modo da portare a colorazione le piante per Natale. A casa noi possiamo farlo portando la pianta in un ambiente buio oppure mettendola sotto un cartone adeguatamente voluminoso, due mesi prima di Natale. Attenzione: è importante non interrompere il periodo di 12 ore di buio, che devono essere costanti. In passato, avendo una partita di stelle che stentava a fiorire su un lato della serra, ci siamo accorti della presenza di un lampione automatico che si accendeva ad una certa ora della notte, interrompendo la continuità di buio!
E' normale che dopo Natale la pianta cominci a perdere un po' di foglie; bisogna posizionarla in un luogo molto luminoso (non dimentichiamo la luce del Messico!), bagnandola in modo corretto. Dopo qualche mese, in primavera, risveglierà le gemme sul fusticino emettendo nuove foglioline. A quel punto si potrà potare aspettando la ricrescita (attenzione a non ingerire il lattice, tossico). D'estate sta meglio fuori, facendola abituare alla piena luce, fino ai primi freddi.
In questo modo la nostra Euphorbia potrà farci compagnia anche il Natale successivo: ricordiamo che esistono varietà bellissime, coloratissime, gialle, rosa, fucsia, e screziate. Quelle blù, invece, diffuse qualche anno fa, erano frutto di una colorazione artificiale...un brutto modo, a mio avviso, di trattare una pianta viva...

Mario Pria

Dr.agr. Mario Emanuele Pria - Manutenzione giardini e terrazzi - Corsi online di giardinaggio - www.marioemmepi.it - [email protected] - 3356032955

Iscriviti alla Newsletter settimanale di 7giorni, riceverai  le ultime notizie e il link dell'edizione cartacea in distribuzione direttamente nella tua casella di posta elettronica. Potrai così scaricare gratuitamente il file in formato PDF consultabile su ogni dispositivo.