Il mercato volontario del carbonio

Ci si chiede se il mercato volontario del carbonio sia un’opportunità per le imprese. Caro web lettore, in linea di massima tutto ciò che consente di abbassare le emissioni di gas serra, sarà sempre un’opportunità per l’azienda, per l’ambiente e per la nostra salute. Vediamo adesso in cosa consiste il mercato volontario del carbonio.

Come ben suggerisce la parola, si tratta di un meccanismo volontario: le imprese, enti pubblici che vogliano spingersi oltre, possono sviluppare progetti mirati a mitigare la riduzione. Il mercato volontario vede la sua nascita grazie al forte interesse ad abbassare le emissioni di gas serra e riguarda le imprese, gli enti pubblici e i privati che - come accennato prima – pur non essendo obbligati dalla direttiva comunitaria o dal Protocollo di Kyoto, scelgono di contribuire volontariamente alla riduzione delle emissioni di gas serra. Il mercato volontario si bassa sullo scambio di crediti VER (Voluntary Emissions Reductions) generati da progetti di riduzione di gas serra. 1 VER corrisponde a 1 T di Co2.
A differenza dei crediti CERs, ossia quelli generati da progetti del meccanismo di sviluppo pulito (CDM), le riduzioni certificate di emissioni che vengono identificate con la sigla VERs del mercato volontario, possono essere generate da progetti che vengono eseguiti in paesi che non abbiano ratificato il protocollo di Kyoto o non abbiano un’autorità nazionale designata.
Un’altra caratteristica dei progetti del mercato volontario è che essi non sono stati registrati come progetti del meccanismo di sviluppo pulito (CDM).
È importante rilevare che questi tipi di crediti non sono compensabili o accumulabili con quelli previsti dalla Direttiva comunitaria 2003/87/CE (e successive modifiche) che, fino ad oggi, sono accumulabili solo con quelli previsti dal Protocollo di Kyoto. Anche nei progetti del mercato volontario è necessario dimostrare e calcolare che effettivamente essi abbiano provveduto alla riduzione delle emissioni. Tale dimostrazione avviene seguendo la metodologia approvata. In genere sono utilizzate le metodologie stabilite dal CDM, tuttavia il Voluntary Carbon Standard (VCS) ha stabilito le proprie metodologie (di seguito il link del VCS: http://v-c-s.org/ dove è possibile trovare le metodologie applicabili).
Come dato aggiunto il 6 marzo 2013 è stata pubblicata sul sito del VCS una nuova metodologia per limitare i fertilizzanti azotati. I progetti del mercato volontario pure devono essere validati da un ente accreditato e sono registrati secondo gli standard volontari riconosciuti internazionalmente. Su quest’aspetto si precisa che ci sono diversi standard volontari che sono stati stabiliti da entità internazionali di noto prestigio.
Abbiamo prima nominato il VCS, ma per un elenco più completo delle entità internazionali con standard volontari, si possono visitare le pagine web:
- http://www.co2offsetresearch.org/policy/VoluntaryStd.html
- VER+ (www.netinform.de/KE/Beratung/Service_Ver.aspx)
- Gold Standard (www.cdmgoldstandard.org)
- American Carbon Registry (www.americancarbonregistry.org)
- Carbon Fix (www.carbonfix.info)
Infine, il mercato volontario del carbonio è una possibilità in più che hanno le aziende per garantire un servizio più competitivo, più pulito e di conseguenza è una possibilità in più per l’ambiente e per la nostra salute.

Avv. Diana Yuditxa Bautista Martinez
Studio legale Legal Consulting Borromeo
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