San Donato, il gruppo consiliare di Forza Italia fa il punto della situazione sul “caso” Cascina Monticello

Il leader del centrodestra sandonatese, Cesare Mannucci, invita il sindaco a informare ufficialmente i cittadini coinvolti sul futuro delle loro abitazioni

Uno degli edifici realizzati presso l'area dell'ex Cascina Monticello, ora sotto accusa

Uno degli edifici realizzati presso l'area dell'ex Cascina Monticello, ora sotto accusa

«Capisco i loro timori nel conoscere il destino delle loro case e dei loro risparmi»

Lo scandalo nella lottizzazione dell’area Monticello di San Donato Milanese non è ancora stato risolto. Il consigliere di minoranza Mannucci divulga un comunicato stampa in cui si mostra solidale alle famiglie coinvolte e presenta tre conclusioni possibili alla luce dei fatti sinora accaduti.
Ma andiamo per ordine seguendo il comunicato del consigliere forzista: a Gennaio 2017 nasce il contenzioso tra il Consorzio ASEA, le cooperative “Le Corti di Monticello”, “Il Fontanile” e la Pantageco srl che ha vinto l’appalto per realizzare le palazzine residenziali del piano integrato di recupero della suddetta area. Dopo solo un mese l’impresa edile si autodenuncia  in Comune per una serie di abusi edilizi che comprendono l’aumento spropositato di metri quadrati con un conseguente allargamento delle superfici solide non previste dal piano. A marzo dopo diversi sopralluoghi, il sindaco Andrea Checchi insieme ad un entourage di amministratori e tecnici bloccano tutti i procedimenti in corso (complice il fatto che le elezioni amministrative di giugno si stavano avvicinando). Concluso il periodo della campagna elettorale il Comune ha emesso una serie di ordinanze sospensive poiché, effettivamente, le planimetrie dei sottotetti, delle cantine e delle lavanderie erano state ingrandite in modo da rendere abitabili degli spazi che, in realtà, non avrebbero dovuto esserlo. Le cooperative a questo punto si sono mosse per vie legali e hanno presentato ricorso al Tar nel tentativo di farsi riconoscere la legittimità di questi documenti con la volontà di presentare un progetto di variante finale.
Alla luce di questi sviluppi i soci della cooperativa “Le Corti di Monticello” hanno raccolto un’ingente quantità di firme per richiedere «un incontro urgente in assemblea con tutti i soci promissari da tenersi presso la sede comunale nel più breve tempo possibile, per verificare la natura delle problematiche esistenti con gli uffici comunali». Il leader di centrodestra Mannucci rivela, sempre per mezzo del suo comunicato stampa, di condividere la preoccupazione delle  famiglie che sono rimaste coinvolte nello scandalo e tiene a precisare che «Capisco i loro timori e la loro impazienza nel conoscere il destino delle proprie case e dei loro risparmi. Temo però - aggiunge il consigliere forzista – che il sindaco Checchi non possa modificare la situazione, ma sicuramente potrà fornire maggiori dettagli e informazioni ai numerosi cittadini coinvolti». Così alla fine del comunicato, lo stesso Mannucci, delinea tre scenari conclusivi differenti, come a voler anticipare le decisioni che potranno essere prese nelle sedi legali e burocratiche competenti. «Primo scenario avverrà in caso di non accoglimento da parte del Tar dell’impugnativa si dovrà procedere alla demolizione totale degli abusi accertati. La seconda soluzione prevede una sanatoria, ove possibile, con gli strumenti urbanistici vigenti ovvero il Piano di Governo del Territorio del comune di San Donato Milanese, il piano territoriale di coordinamento del Parco Agricolo del SudMilano. Terza e ultima variante, l’atto di consiglio comunale di Immissione in possesso da parte dell’Amministrazione comunale dell’intero comparto oggetto di contestazione all’interno del piano integrato di recupero di Monticello e successive valutazioni di adeguamento sempre da parte del consiglio comunale nell’esclusivo interesse generale della città di San Donato Milanese». Infine ci tiene a rassicurare i cittadini, promettendo di raccogliere più informazioni possibili da divulgare in fretta, qualora il sindaco non ne avvertisse la necessità.
Federico Capella