San Giuliano, il Pd corre ai ripari con Giorgio Sfreddo

A Giorgio Sfreddo il compito di mediatore tra l'Amministrazione e i dimissionari dal partito, per risolvere la grave spaccatura interna

San Giuliano Milanese

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Situazione complicata nel Pd di San Giuliano, si cercano soluzioni con il mediatore Giorgio Sfreddo

San Giuliano, si cerca di mettere ordine nel Partito Democratico ripartendo da Giorgio Sfreddo. A lui l’arduo compito di mediare tra i tanti dimissionari del partito e il fronte dei consiglieri, cercando di trovare una soluzione alla spaccatura interna. Dopo aver svolto il ruolo di coordinatore presso i comuni della Martesana, Sfreddo ora dovrà parlare con gli “insoddisfatti” cercando di capire i motivi della loro delusione nei confronti dell’Amministrazione. Lo stato attuale denota la necessità di una risoluzione dei problemi, che finora hanno portato a molti consigli comunali saltati per mancanza dei numeri, delibere approvate solo in seconda convocazione e diverse uscite dal partito. Tra gli abbandoni figurano infatti gli assessori Rosario Zannone e Mario Oro, ai quali si è aggiunta anche Gina Greco, l’ex presidente del consiglio Comunale. La scelta che però dovrebbe aiutare il partito, ha fatto discutere. I motivi sono da ricondurre al fatto che il Pd si sia rivolto a un personaggio “estraneo” al territorio di San Giuliano, destando una sorta di curiosità tra i cittadini. Giorgio Sfreddo dovrà operare in un clima, come già accennato, che non è dei più rosei. Basti pensare alle più recenti smentite riguardo a un possibile commissariamento, smentita arrivata da Jacopo Saladini, coordinatore del Pd locale: «Non si tratta di un commissariamento – ha dichiarato a “Il Cittadino”- bensì in tutti i comuni che si preparano alla campagna elettorale è previsto un appoggio per risolvere eventuali problemi interni in vista delle amministrative». In questo quadro ci si interroga inoltre, su quando il sindaco Alessandro Lorenzano, scioglierà finalmente i dubbi sulla propria ricandidatura, e su quali strategie punterà l’esecutivo per sanare le tensioni interne, con una maggioranza davvero risicata.