A pochi mesi dalle elezioni Amministrative che chiameranno i cittadini sangiulianesi a eleggere il loro nuovo sindaco, pare sempre più insanabile la frattura tra Sinistra ecologia libertà e Partito democratico. La querelle recentemente scoppiata tra le due compagini politiche verte tutta sulla possibilità di indire le primarie del Centrosinistra, da cui far emergere un percorso unitario in vista della chiamata alle urne. Nei giorni scorsi, infatti, gli esponenti di Sel hanno puntato il dito contro il Pd, a loro dire reo di aver rifiutato la proposta delle primarie che, sostengono i vendoliani, «avrebbe potuto aprire scenari diversi». In tal senso, Sinistra ecologia libertà ha iniziato il proprio percorso di avvicinamento alle elezioni primaverili ponendosi come forza alternativa al Partito democratico, dalla cui proposta politica, definita “ondivaga ed autoreferenziale”, non arriverebbero idee utili e innovative, in grado di affrontare e risolvere i problemi di San Giuliano. Dal canto proprio, però, il Partito democratico ha rispedito con forza le accuse al mittente, giudicando inammissibili le premesse che venivano date per intraprendere il progetto delle primarie. «Noi abbiamo detto di no alle condizioni che Sel poneva al Partito democratico per fare un percorso di primarie insieme – ha commentato il coordinatore locale del Pd, Jacopo Saladini -, ovvero la non candidatura di Lorenzano e della classe dirigente che lo ha sostenuto e la non presenza della lista civica Insieme. Queste condizioni, o meglio provocazioni che non hanno nulla di politico, sono state respinte dall’assemblea degli iscritti del Partito Democratico». Alla luce di tale polemica, quindi, si prospetta la replica dello scenario che negli ultimi 5 anni ha caratterizzato il quadro politico sangiulianese, quello cioè che ha visto Sel e Pd correre su binari separati e contrastanti.