«Il Brera atterra a Linate» così titolava qualche settimana fa una notizia sulla pagina Facebook ufficiale del Brera Calcio. Un titolo eloquente, che giocando di parole con la presenza dell’aeroporto, comunicava come la società calcistica avesse scelto di mettere radici nella frazione di Peschiera Borromeo dopo anni di viaggi. Fondata nel 2000 dall’attuale presidente Alessandro Aleotti, il Brera ha sempre avuto come luogo iconico della domenica l’Arena Civica di Milano. Nessun settore giovanile (se non un esperimento sfortunato durato a malapena un anno) e anni di allenamenti affittati in giro per i campi milanesi, la riconoscono si come la “terza squadra di Milano”, ma anche come una celebre senza dimora. 

L’occasione perfetta è arrivata con il bando per la gestione del centro sportivo a Linate, dove dopo un iter lungo e travagliato, le due società in corsa, lo Sporting L&B e il Brera Calcio, sono arrivate a patti, con una stretta di mano e un progetto comune, che sono valsi la vittoria finale e la probabile prossima inaugurazione del centro in estate. «L’iter per la gestione è stato lungo, ma c’è anche da dire che noi siamo intervenuti nell’ultimo anno e mezzo – racconta Alessandro Aleotti -, quella che prima era una gara a due, dopo le incompatibilità di entrambi, è diventata una proposta comune, appianando divergenze per poter creare qualcosa di concreto. Abbiamo scelto Linate perché intendiamo insediarvi il club attraverso un progetto sportivo che vada dai più piccoli fino alla prima squadra, passando anche per il territorio».

Il Brera Calcio, che nel corso degl’anni ha abituato a progetti sportivi che andassero oltre le recinzioni fisiche del campo, ha colto al volo la prossima chiusura (per lavori) dell’Arena, giocando d’anticipo e trovando una nuova sede dove creare il “Brera Football Village”. Un villaggio che comprenderà, in stretta collaborazione con lo Sporting L&B, un corposo settore giovanile, a partire dai più piccoli. «Per prima cosa abbiamo un progetto di calcio ludico che va dai 4 ai 12 anni – continua il presidente – finalizzato al divertimento dei più piccoli, senza la pressione delle classiche società di calcio. Vogliamo coprire un tipo di domanda che le altre società non soddisfano, essendoci molta competizione per creare squadre sempre più forti». Dai 13 anni in su poi inizierà un cammino più tradizionale, dove però le logiche saranno leggermente differenti. Via l’iscrizione aperta a tutti, sostituita da una selezione meritocratica dei “giovani calciatori”. Si scatta verso l’area con un gioco veloce, per poter creare una squadra competitiva fin da subito. 

I selezionati però dovranno anche sottostare ad una politica societaria che è volta alla creazione di una cultura di club. Non si paga nulla (iscrizione, materiale e abbonamento), ma la domenica bisogna essere il primo tifoso della squadra. «In molte società il tifo è presente soltanto per la fascia d’età del figlio – continua Alessandro – dimenticandosi che una squadra è una famiglia allargata. Nella nostra concezione di calcio vogliamo che si crei una comunità intorno alla prima squadra. Un meccanismo che crei aggregazione, trascinando di conseguenza anche il territorio. C’è differenza tra venti tifosi e cinquanta. Gente chiama gente». 

Le basi per una buona partenza sono state siglate. Il Brera Calcio, a cui è concessa la struttura per sei stagioni con possibilità di ripetizione per ulteriori sei, si prepara a dare il calcio d’inizio ai lavori molto presto, per inaugurare verso giugno la struttura e rispondere presente alla chiamata arbitrale della prossima stagione. Non ci rimane che incrociare le dita e sperare che Linate possa tornare ad avere un centro sportivo degno di questo nome.