Giacinto Losi, campione mondiale di Tiro con la Pistola, appende l'arma al chiodo

Dopo trentaquattro anni di carriera e con ventidue titoli sulle spalle, l’atleta peschierese ha deciso di dire di basta

«Prima o poi arriva per tutti il momento di ritirarsi e farlo adesso non mi lascerebbe rimpianti». Inizia così la chiaccherata Giacinto Losi, peschierese nel midollo, che a 56 anni e con ventidue titoli in bacheca ha deciso di appendere la pistola al chiodo. Atleta di tiro a segno, con alle spalle premi europei e mondiali nelle specialità Pistola Grosso Calibro (PGC) e Tiro Dinamico, ha avuto la sua epifania dopo l’ultima vittoria ottenuta all’Europeo del 2018. «Ho iniziato a ventidue anni con gli amici – racconta Giacinto -, Prima con quelle ad aria compressa e poi sono passato ai poligoni. Mi sono iscritto in Svizzera. Non ti dico i disastri per le carte e permessi – sorride -, Andavo al poligono quasi tutti i giorni poiché saper sparare è un lavoro di costanza. Nel primo mondiale a cui ho partecipato sono salito sul podio e non sono più sceso». Il Tiro Dinamico, seppur non rientri nelle specialità olimpiche, presenta comunque regolari campionati europei e mondiali. Tra questi quello Operativo è stato la sua più grande gioia, ma anche il suo muro finale. «Si tratta di una simulazione di guerriglia urbana – continua il pistolero -, Ci posso essere diversi scenari in cui confrontarsi: bar, supermercati, piazze. Bisogna avere i nervi pronti, i riflessi e l’intelligenza tattica da permetterti di non sbagliare. Veloce e preciso. Nel percorso con le sagome si ha poco tempo (in media dura intorno al minuto e mezzo) e le penalizzazioni sono molte. Non puoi poggiare l’arma a terra e i colpi sono contati. In pratica – chiude sulla specialità – punti pochi, penalità tante». La sua carriera lunga trentaquattro anni e le fatiche delle sue ultime competizioni gli hanno fatto dire basta. «Ormai non ho più l’età giusta per poter continuare come vorrei – conclude Giacinto -, I miei avversari, di anche vent’anni più giovani sono dei gatti. Questa disciplina richiede forza mentale e fisica. Magari cambierò categoria con qualcosa di più tranquillo, ma sono soddisfatto». Chiude così la carriera iniziata a 22 anni, con esattamente 22 trofei brillanti dietro il vetro. Non male questo numero 22.
Mattia Russo
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