È importante saper scegliere il tipo di acqua, ma come?

 

Acque minimamente mineralizzate con RF minore di 50 mg/litro

Acque oligominerali o leggermente mineralizzate con RF compreso tra 50 e 500 mg/litro

Acque ricche in Sali minerali con RF superiore a 1500 mg/litro.

Questa classificazione è in base al D.M. del 01.02.1983 (G.U. 10.02.1983 n. 40) “Nuove norme per le etichette sulle acque minerali”. Nella classificazione il legislatore non ha tenuto conto delle acque con un residuo fisso compreso tra 501 e 1.500 mg/L. Tale gruppo include le acque mediominerali. Quali sono le differenze tra le acque minerali in commercio?

Il gusto e le proprietà delle acque minerali dipendono dalla natura e dalla concentrazione dei sali minerali (carbonato di calcio, potassio, magnesio, sodio, stronzio, solfato, nitrato, cloruro, fluoruro, silicio) che contengono, determinata dalla loro differente situazione idrogeologica e soprattutto dalla composizione delle rocce con cui l’acqua è venuta a contatto.

In base alla loro composizione salina abbiamo diverse tipologie di acque tra cui:

acque bicarbonate, quando il contenuto di bicarbonato (HCO3-) è superiore a 600 mg/litro, favoriscono la digestione accelerando lo svuotamento gastrico, se consumate a digiuno tamponano l’acidità gastrica, sono utili nelle patologie dell’apparato digerente, del pancreas e delle vie biliari;

acque magnesiche, quando il contenuto di magnesio è superiore a 50 mg/litro, trovano indicazione nella prevenzione dell’arteriosclerosi perché, come quelle contenenti il litio e il potassio, inducono ad una dilatazione delle arterie;

acque solfate, quando il contenuto dei solfati è superiore a 200 mg/litro, hanno un lieve effetto lassativo, possono essere consigliate nei soggetti che presentano disturbi di colite spastica con conseguente alvo alternato di stipsi-diarrea;

acque sodiche, quando il contenuto di sodio è superiore a 200 mg/litro, sono acque sconsigliate a soggetti ipertesi in quanto l’alto tenore di sodio aumenta la pressione arteriosa, è bene comunque ricordare che questo ione svolge una funzione biologica importante, in quanto influenza positivamente l’eccitabilità neuro-muscolare;

acque fluorate, quando il contenuto di fluoro è superiore a 1 mg/litro, hanno un ruolo importante nella prevenzione della carie dentale nei bambini e ragazzi, bisogna altresì non farne un uso continuativo in quanto si può verificare un accumulo di fluoro nei denti che ha come effetto negativo la fluorosi dentaria che si manifesta con i cosiddetti “denti macchiati”;

acque calciche, quando il contenuto di calcio è superiore a 150 mg/litro, sono indicate in caso di gravidanza, durante l’accrescimento, nelle donne in menopausa ed in chi soffre di intolleranza al latte e derivati, sono sconsigliate a soggetti predisposti a calcolosi;

acque ferruginose, quando il contenuto di ferro bivalente è superiore a 1 mg/litro, sono indicate nelle forme di anemia sideropenica in associazione alle terapie mediche, non sono consigliate nei soggetti affetti da gastroduodeniti; 

acque clorurate, quando il contenuto di cloro è superiore a 200 mg/litro, aiutano le funzioni intestinali, biliari e del fegato; non ci sono controindicazioni riferite allo ione cloro di per sé, ma il suo abbinamento con lo ione sodio le rende poco adatte per chi soffre di ipertensione.

Per poter sapere che tipo di acqua stiamo bevendo basta leggere l’etichetta su cui sono riportati la temperatura alla sorgente, il pH, il residuo fisso a 180°e tutti i sali in essa disciolti.

In tal modo sarà semplice scegliere l’acqua più idonea al nostro stato fisiologico, potendo così apprezzare le qualità benefiche delle varie acque minerali a noi tutti accessibili.