Intolleranza al glutine: quali precauzioni, quali rimedi

In Italia, si stima che un soggetto su 100 sia affetto da questo “morbo” con 10.000 nuovi casi ogni anno; esso provoca un’infiammazione a livello della mucosa intestinale, con atrofia dei villi e manifestazioni che possono variare da soggetto a soggetto: diarrea, gonfiore e dolore addominale sono i sintomi caratteristici, ma anche stanchezza e dolori articolari possono rendere difficoltosa e lunga la diagnosi, con un aggravamento dei sintomi stessi. Con il passare del tempo, se non riconosciuta, la celiachia può provocare perdita di nutrienti e, negli esordi più precoci, come nell’infanzia, calo di peso e arresto della crescita.
Una volta diagnosticata, l’unica terapia possibile consiste nell’esclusione totale dalla dieta degli alimenti che contengono glutine (ad esempio pane, pasta, pizza, biscotti, impanature) ed è necessaria una scrupolosa attenzione durante la preparazione degli alimenti: non si possono adoperare, infatti, gli stessi utensili usati anche per le altre preparazioni, in quanto persino una minima contaminazione può risultare dannosa per il soggetto celiaco. Esistono, però, alimenti alternativi che si possono consumare con sicurezza, ossia i prodotti a base di patate e di farine di mais, riso e grano saraceno, che possono sostituire tranquillamente la parte glucidica (ossia la quantità di zuccheri) degli alimenti vietati. Tra l’altro, anche durante l’acquisto di prodotti “gluten free” (senza glutine), ci si può affidare alla presenza di un simbolo (vedi foto) che rende più semplice individuare gli alimenti sicuri. Infine, sono sempre più numerosi i ristoranti e le pizzerie che presentano, nei loro menù, piatti a base di riso e mais, in modo che questo disturbo possa essere sempre più compatibile con una vita normale, anche in società.

Susanna Tosti