Tiroide e alimentazione, i cibi più indicati per salvaguardarla. E quelli da evitare o consumare in caso di disfunzioni

La tiroide: ghiandola fondamentale per il nostro organismo che si trova anteriormente nel collo, all’altezza della laringe

Essendo una ghiandola, le sue funzioni vengono svolte grazie alla capacità di secernere alcune sostanze, gli ormoni tiroidei, denominati tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), in risposta a un altro ormone, il TSH, prodotto dall’ipofisi. Le innumerevoli funzioni degli ormoni tiroidei riguardano moltissimi aspetti del nostro benessere: per esempio, influenzano il metabolismo basale e la termogenesi, la lipolisi (cioè l’utilizzo del grasso corporeo), la sintesi delle proteine e del tessuto muscolare, aumentano la frequenza cardiaca e la motilità intestinale. Tutto ciò è permesso grazie all’azione dello iodio, un elemento che risulta, quindi, fondamentale per il corretto funzionamento della tiroide. Quando la sintesi degli ormoni tiroidei non avviene in modo regolare, possono subentrare due fenomeni denominati ipotiroidismo e ipertiroidismo: nel primo caso, la tiroide è incapace di produrre gli ormoni e i sintomi più frequenti sono affaticamento e debolezza muscolare, sensazione di freddo, rallentamento del metabolismo e talvolta aumento del peso corporeo. L’ipertiroidismo, al contrario, è dovuto a un’eccessiva produzione di T3 e T4, con disturbi quali ipersudorazione, nervosismo, tachicardia, magrezza eccessiva. La terapia più utilizzata in entrambi questi casi rimane quella farmacologica, con somministrazione di tiroxina nell’ipotiroidismo e sua inattivazione nell’ipertiroidismo, ma si può contribuire al benessere di questa ghiandola anche grazie all’alimentazione. Ci sono alcuni cibi che possono aumentare la disponibilità dello iodio, utili, perciò, nei casi di ipotiroidismo, tra cui il pesce di mare e il sale marino iodato. Anche l’olio di cocco sembra in grado di stimolare la funzionalità tiroidea. Inoltre, alimenti come patate, banane, radicchio, barbabietole possono favorire la funzionalità tiroidea. Al contrario, cavoli, broccoli, rucola, ravanelli, soia, spinaci, mandorle possono interferire con il metabolismo dello iodio e vanno consumati con moderazione nell’ipotiroidismo: costituiscono, al contrario, un valido aiuto nei casi di ipertiroidismo. Sostanze eccitanti come caffeina e alcol sono sconsigliati, infine, nei soggetti con ipertiroidismo. Il consiglio è, comunque, sempre quello di attenersi alle indicazioni del medico curante, senza ricorrere da soli a diete ad alto o basso tenore di iodio, in quanto, in buone condizioni di salute, non è necessario privarsi di un elemento così importante, o, al contrario, abusarne inutilmente.

Giulia Tosti