Come migliorare le proprie competenze con la Dote Lavoro

Il bombardamento mediatico ha permesso a ogni famiglia di venire a conoscenza dei problemi dell’economia italiana e una buona fetta del popolo dei lavoratori ha purtroppo testato con mano quello che la crisi ha comportato: fallimenti delle aziende, cassa integrazione, disoccupazione.
In un periodo di profonda difficoltà e di pessimismo, la Regione Lombardia ha introdotto uno strumento che cerca di rispondere al disagio di chi un lavoro l’ha perso o non l’ha mai avuto: stiamo parlando della Dote Lavoro.
A partire dal mese di luglio la Regione, al fine di far fronte attivamente ed efficacemente alla crisi economica dilagante, ha messo a disposizione 100 milioni di euro nel progetto Dote Lavoro Ammortizzatori Sociali. L’obiettivo è quello di “favorire l'occupazione e accompagnare la persona nell'inserimento e nel reinserimento lavorativo o nella riqualificazione professionale” (http://www.dotelavoro.org/): in altre parole, permette a coloro in assenza di lavoro di poter intraprendere un percorso personalizzato di miglioramento delle proprie competenze, attraverso corsi di formazione che introducono o reintroducono la persona a un impiego, dando la possibilità di ricevere un sostegno economico.
La Regione Lombardia ha scelto operatori accreditati al lavoro (pubblici o privati) che offrono la possibilità di usufruire della Dote Lavoro per un valore massimo di 3.000 euro a persona, circa 350 euro per ogni mese di formazione.
Questo significa che è necessario essere in possesso di requisiti specifici per poter fare domanda agli operatori e agli enti accreditati consigliati dalla regione.
La domanda può essere presentata da tutti i cittadini residenti in Lombardia con un’età inferiore ai 64 anni che non hanno mai lavorato o disoccupati che percepiscono un’indennità di disoccupazione; possono inoltre farne richiesta tutti coloro che sono iscritti alle liste di mobilità o chi è temporaneamente sospeso dal lavoro per Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria.
Presentando domanda per la Dote Lavoro, il richiedente parteciperà ad una serie di colloqui che porteranno alla produzione del Pip (Piano di Intervento Personalizzato): questo documento mette in luce le risorse e le competenze lavorative possedute dal soggetto e le aree potenziabili attraverso una formazione professionale, cioè una sorta di carta d’identità del lavoratore. Il Pip è lo strumento attraverso il quale verrà progettato un piano di sviluppo professionale adatto alle caratteristiche, potenzialità ed aspettative del soggetto in cerca di lavoro.
Il destinatario della Dote Lavoro verrà infine affiancato da un tutor nella ricerca di un eventuale posto di lavoro, dove spendere al meglio le proprie competenze o dove poter migliorare la propria esperienza professionale, attraverso un periodo di formazione teorica o pratica.
Chi sceglie di richiedere la Dote Lavoro può valutare autonomamente la presenza dei requisiti validi attraverso il sistema informativo regionale (www.formalavoro. regione.lombardia.it) e presentare direttamente la prima bozza di domanda, altrimenti può rivolgersi ad uno degli operatori accreditati dalla regione per essere supportato in tutte le fasi.
Il richiedente come requisito fondamentale deve dare disponibilità immediata al lavoro e presentare allegati alla domanda: il Pip; la Carta Regionale dei Servizi e relativo Pin oppure in alternativa, un documento di identità e il proprio codice fiscale. La Regione valuterà la possibilità di realizzazione del Pip e la validità dei requisiti per ammettere il richiedente alla Dote Lavoro.
Lo strumento proposto dalla Regione non vuole essere una soluzione definitiva alla disoccupazione, ma si propone come un’occasione per sfruttare in modo attivo e produttivo la difficile condizione della temporanea mancanza di lavoro.
La persona disoccupata vive spesso con frustrazione l’inoperatività e l’assenza di realizzazione professionale: l’occasione che la Dote Lavoro fornisce è quella di migliorare le proprie competenze lavorative attraverso un’esperienza formativa, vivendo quindi come un’opportunità di crescita la mancanza di un impiego. 

Greta Montemaggi