Peschiera Borromeo, Ernestina: i miei primi 104 anni con umorismo e un certo stile

Ernestina Vignati è nata nel 1911 e vive a San Bovio da 20 anni con la figlia Enrica e la sua famiglia; quando la sgridano, fa finta di non sentire

Ernestina Vignati centenaria

Ernestina Vignati centenaria Ernestina Vignati centenaria

Le cose sciocche le faccio entrare da un orecchio e uscire dall’altro, dice Ernestina

Ernestina Vignati è nata nel 1911 a San Giorgio su Legnano. Da ragazza si alzava alla quattro di mattina e andava a Legnano a lavorare al telaio in una fabbrica. Arrivava in bicicletta o persino a piedi, anche durante la guerra. «A volte era lunga» confessa.
Ci aspetta in salotto, elegantissima, con un filo di rossetto, un filo di perle e i capelli ben acconciati dalla figlia Enrica che ci dice, con un espressione affaticata ma divertita, che non è stata una passeggiata convincere Ernestina a farsi fare la messa in piega.  E già intuiamo la verve che contraddistingue la signora. «Queste donne micidiali!» già diceva Aristofane più di duemila anni fa «.. ma non si può farne a meno».
E sì, perché Ernestina ci tiene all’eleganza «i vestiti per oggi li ha scelti da sola» ci dice Enrica e continua «non so se nota» ... certo che noto, sta benissimo.  Infatti scopriamo che la sua attività preferita era andare a guardare le vetrine di abbigliamento «ma quelle di livello» sottolinea Ernestina.  Le piace anche passeggiare per San Bovio, «dove» dice compiaciuta «la conoscono quasi tutti», e leggere i giornali di gossip. Ne sfogliamo uno insieme, per sapere qual è il suo personaggio preferito.. quando vede Silvia Toffanin (N.d.r.  la celebre conduttrice televisiva), mi chiede se è mia sorella… non so se è per prendermi un po’ in giro o farmi ridere... comunque sia, ora, la mia giornata è decisamente più allegra.
Ma le sorprese non sono finite. A un certo punto ci mostra una di quelle foto un po’ ingiallite, conservate al sicuro dentro una cornice. I ritratti di una volta creano sempre un certo senso di rispetto in chi li guarda, con i soggetti in pose serie e dignitose, ben pettinati e vestiti per la festa, e lo sfondo un po’ sfumato, come se il passato si stesse cancellando con il passare degli anni. Il giovanotto ritratto era Pino, il marito di Ernestina che commenta  «era bello mio marito»… «anche io ero bella»… poi continua «l’ho conosciuto in chiesa. Ci ero andata con una mia amica. Quando siamo uscite lui ci ha seguite e ci ha chiesto se poteva fare quattro passi con noi» e aggiunge «siamo stati fidanzati 10 anni» … che pazienza signora!...  penso. Vivevano in una casa di ringhiera con i fratelli e il resto della famiglia. L’entrata alle camere da letto era indipendente e c’era la cucina con la sala da pranzo in comune. «Come cucinavo io non cucinava nessuno» ci dice ridacchiando Ernestina  «mica come adesso che mi cucinano solo cose all’olio e al burro, e l’insalata è sempre bagnata» dice rivolta alla figlia che, divertita, ci racconta che il piatto preferito da Ernestina era la cassoeula e che Lei «contava il numero giusto di foglie di verdura da mettere e sceglieva solo i pezzi migliori della carne» e, aggiunge Enrica, «è “selezionata”, Lei».
Le donne ci piacciono perché sono meravigliose, o ci sembrano meravigliose perché ci piacciono? [Achille Campanile]
Antonella Jannelli