«Un'ora e mezza di attesa al freddo alla Guardia medica di Peschiera Borromeo, per poi trovare una dottoressa che non capiva la lingua italiana»

L'incredibile disavventura di una cittadina 61enne, rivoltasi al Servizio di Continuità Assistenziale, accaduta sabato 23 gennaio verso le ore 20

A destra in basso l'ingresso del Servizio di contiuità Assistenziale di Peschiera Borromeo

A destra in basso l'ingresso del Servizio di contiuità Assistenziale di Peschiera Borromeo

Abbiamo raccolto lo sfogo della sig.ra Velia Antolino. Ha  telefonato alla nostra Redazione, quello che ci ha raccontato, se confermato, delineerebbe una situazione fuori controllo: «Volevo segnalare la disavventura che mi è accaduta sabato sera all’ora di cena – spiega la 61enne di Peschiera Borromeo -. Ho avuto una crisi di ipertensione e necessitavo un farmaco che può essere acquistato solo sotto prescrizione medica. Mi sono recata alla Guardia medica sita al centro ambulatoriale di Peschiera Borromeo, via Don Sturzo/via Matteotti poco prima di cena. Erano circa le ore 20. Sono rimasta fuori ad attendere un ora e passa insieme ad un altro paziente con la febbre. Per via delle norme anticovid fanno entrare una persona alla volta, e in ambulatorio c’era già una persona. Nonostante ci siano grandi spazi per ospitare chi attende, che garantirebbero il distanziamento, non importa se una persona sta male, ma a quanto pare le regole impongono di aspettare fuori, in un angolo buio, sporco e all’addiaccio. Una volta il mio turno sono entrata in ambulatorio, e il medico presente non parlava correttamente italiano, ma soprattutto non lo capiva. Ho impiegato mezz’ora per spiegare le mie necessità, mi sono dovuta aiutare con qualche disegno. La domanda che mi sono fatta è: ma come è possibile che venga messa di servizio una dottoressa che non comprenda la nostra lingua?»