Dieci persone sono state ricoverate per febbre del Nilo presso l’ospedale Maggiore di Lodi, non c'è un farmaco per questa malattia

«La terapia è sintomatica e, naturalmente, non c'è nemmeno un vaccino possibile. Per questo risulta molto importante prevenirla con la disinfestazione dalle zanzare comuni autoctone del genere 'culex pipiens' e la protezione individuale»

Lodi, 18 agosto 2020 - Secondo quanto riportato da SkyTg24 sono dieci le persone ricoverate per febbre del Nilo (o West Nile Desease) presso l’ospedale Maggiore di Lodi. I pazienti, con età compresa tra 49 e 79 anni, presentano sintomi diversi tra loro, quali mal di testa, febbre, nausea, vomito e sfoghi cutanei, e per questo motivo sono ospitati in reparti differenti, tra cui Neurologia e Medicina. Il paziente più grave è ricoverato con una mielite. «Non c'è un farmaco per questa malattia - spiega il primario di Malattie infettive Angelo Regazzetti -. La terapia è sintomatica e, naturalmente, non c'è nemmeno un vaccino possibile. Per questo risulta molto importante prevenirla con la disinfestazione dalle zanzare comuni autoctone del genere 'culex pipiens' e la protezione individuale».

Il primario spiega che «in Italia, mediamente, abbiamo una cinquantina di casi l'anno. Ma ci si può ammalare e rimanere totalmente asintomatici, quindi fuori dalla conta dei malati. O quasi asintomatici. Questo accade in una gran quantità di casi. La sorveglianza nel nostro Paese, comunque, è in atto dal 2013. Ma in un caso su 150 compare una malattia neurologica. Che può essere la mielite, cioè un'infiammazione del midollo spinale. O l'encefalite, o le polineuriti". In ospedale a Lodi, tra questi 10 malati, ne è arrivato uno appunto con la mielite, da qualche giorno in via di ripresa. E un'altro paziente viene curato per meningite».

La testata giornalistica del gruppo Comcast guidato da Brian Roberts spiega che: «Da diversi anni, quest'anno compreso, prima la Asl di Lodi e ora l'Ats metropolitana prescrivono ai Comuni ripetute disinfestazioni».

«Dalla seconda metà di luglio, fino a settembre inoltrato - specifica il medico - ormai noi sappiamo che, soprattutto in condizioni climatiche quali quelle della Pianura padana, noi possiamo avere casi di West Nile. Il periodo di incubazione - aggiunge - va da 2 a 21 giorni e la sorveglianza in Italia inizia a giugno e arriva fino a novembre. Non c'è un farmaco per questa malattia. La terapia è sintomatica. E, naturalmente, non c'è nemmeno un vaccino possibile. Per questo risulta molto importante prevenirla con la disinfestazione dalle zanzare e la protezione individuale».

I pazienti ricoverati a Lodi sono ospitati in diversi reparti dell'ospedale, compresi quelli di Neurologia, che è il reparto nel quale viene anche effettuata la diagnosi, e Medicina. «Il reparto di ricovero dipende dai sintomi presenti - spiega la dottoressa Cerri -. Che spaziano da semplici dolori muscolari a febbre alta e persistente, fino ai più gravi sintomi neurologici»