Il grido d’allarme dei gestori di ludoteche e parchi gioco per bambini: «il 50% potrebbe chiudere»

Oltre 600 attività in tutta Italia si sono riunite durante l’emergenza Coronavirus: «Dimenticati da ogni decreto e vittime del caos legislativo. Affidateci la realizzazione dei centri estivi»

La crisi economica portata dal Coronavirus colpisce duramente anche ludoteche e parchi gioco. Chiuse ormai da oltre due mesi, queste strutture, che offrono a bambini e genitori intrattenimento, giochi, animazione, baby parking e in molti casi anche laboratori e attività educative, rischiano di non risollevarsi dopo l’emergenza. Eppure, potrebbero essere sfruttate proprio per aumentare l’offerta di servizi alle famiglie che, durante l’estate, dovranno fare i conti con le limitazioni ai centri estivi, mentre i genitori riprenderanno a lavorare. A lanciare questa proposta è il gruppo nazionale Parchi Gioco e Ludoteche Italia, costituitosi per dare voce a una categoria frammentata e dimenticata, ma che muove una forza lavoro di 20.000 persone. In poche settimane il gruppo, partito dalla Lombardia con un’ottantina di adesioni, è arrivato a contare 620 membri in tutta Italia. «Abbiamo scritto al Premier Conte e al presidente Fontana per chiedere innanzitutto regole certe, protocolli per la riapertura e interventi di sostegno economico, ma non solo – spiega Cinzia Castellazzi, una delle prime promotrici -. Abbiamo lanciato la proposta di assumere un ruolo fondamentale nella realizzazione dei centri estivi: le nostre strutture, da sempre destinate ad accogliere in sicurezza i bambini, possono essere messe a disposizione per questo servizio». Se, infatti, la “Fase 2” prosegue con sempre più italiani che rientrano nei luoghi di lavoro, rimane la questione della chiusura di scuole, asili e spazi che dovrebbero accogliere i bambini. «Riteniamo che le ludoteche e i parchi gioco rappresentino una risorsa fondamentale – conclude Castellazzi -, e che la collaborazione tra pubblico e privato in questo ambito potrà portare un contributo a un graduale ritorno al gioco, alla socialità, in una parola alla normalità, di cui i bambini hanno estremo bisogno».
Redazione Web

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