Lombardia, secondo il quotidiano Repubblica l'Expo Spa sarebbe indagata nell'inchiesta che coinvolge Maroni

Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica, Maroni è accusato di induzione indebita per un contratto di collaborazione con Expo ottenuto da una sua ex collaboratrice

Anche la società Expo 2015 Spa risulta indagata nell'inchiesta della procura di Milano, che vede il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, accusato di turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, e di induzione indebita per presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici. L'indagine, coordinata dal pm milanese Eugenio Fusco e condotta dai carabinieri del Noe, era stata aperta in seguito ad alcune intercettazioni agli atti dell'inchiesta della Procura di Busto Arsizio su Finmeccanica, e poi trasferita per competenza territoriale a Milano. La società Expo è indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. L'articolo 5 della legge 231 del 2001 spiega che «l'ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio» da persone «che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente». La notizia è emersa il giorno dopo la nomina del difensore del governatore, Domenico Aiello, nel cda di Expo. 
Accanto a Maroni, gli altri indagati, rispondono ai nomi di Andrea Gibelli, segretario generale della Regione, e Christian Malangone, direttore generale di Expo. 
Gli inquirenti seguono sostanzialmente due filoni: Il primo riguarda il contratto di collaborazione con la società Eupolis che l'ex ministro dell'Interno avrebbe fatto ottenere a Mara Carluccio (indagata), una delle sue collaboratrici al Viminale: una vicenda per cui l'ex direttore generale dell'ente di ricerca regionale, Alberto Brugnoli, ha già patteggiato otto mesi con la condizionale.


Il secondo filone riguarderebbe un'altra ex collaboratrice di Maroni, Maria Grazia Paturzo (non è indagata). Anche in questo caso l'inchiesta era partita dai sospetti su un contratto biennale di collaborazione ottenuto dalla donna con Expo (il contratto sarebbe scaduto il 31 ottobre scorso), ma poi è virata su un altro fronte: presunte pressioni da parte di Maroni, attraverso Ciriello, per fare in modo che la società guidata da Giuseppe Sala, pagasse alla professionista le spese di un viaggio a Tokyo, organizzato tra fine maggio e i primi giorni dello scorso giugno nell'ambito del World Expo Tour.
Tuttavia, in questa occasione, da Expo spa, fecero presente che l'ente non poteva coprire i costi della trasferta anche a Paturzo, che non era una dipendente ma una collaboratrice. A quel punto Maroni, avrebbe deciso all'ultimo momento di cambiare programma e di recarsi ad un altro appuntamento istituzionale a Berna.  Nel corso dell'indagine, della quale è attesa la chiusura nelle prossime settimane, il governatore lombardo, nonostante sia stato convocato nei mesi scorsi dal pm, ha deciso di non presentarsi per rendere l'interrogatorio.