Profughi, Fusco: «È ora di finirla con questa carità pelosa che arricchisce le cooperative e le amministrazioni comunali complici»

La questione profughi infiamma la provincia di Milano: Il sindaco di Opera Fusco dice no al colloquio con il Prefetto

Ettore Fusco

Ettore Fusco Sindaco di Opera

Opera (Mi) – Mercoledì 11 aprile. Questa mattina in Prefettura il Prefetto di Milano Luciana Lamorgese incontra oggi i Sindaci dei comuni di Cinisello Balsamo, Inveruno, Pioltello, Robecco sul Naviglio, Rho, Rozzano e San Donato Milanese per un Tavolo di monitoraggio del Protocollo per un’accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti la protezione internazionale. «Non ho ancora compreso la scelta dei 7 comuni invitati in rappresentanza dei 134 dell’intera provincia milanese – commenta il Sindaco leghista di Opera Ettore Fusco – se sia dipesa esclusivamente dall’appartenenza politica al PD visto che non vi è stata alcuna condivisione con i territori. Oltretutto questi 7 sindaci non rappresentano assolutamente alcun collega e pertanto non hanno alcun titolo per discutere in nome e per conto dei 3 milioni di milanesi della Città metropolitana che non li hanno delegati a farlo». In realtà sono già da tempo stati scelti dal Prefetto un sindaco per zona omogenea di Città metropolitana in rappresentanza anche degli altri e con questi si sono portati avanti programmi che non sono stati condivisi da tutti quei sindaci che neppure hanno sottoscritto il Protocollo per l’accoglienza ripartita tra i comuni. «Una scelta arbitraria – aggiunge Fusco – che non può essere neppure tollerata dato che le zone omogenee oltre ad essere state inutilmente costituite non hanno comunque funzioni, statuto e rappresentanza».
In conclusione il primo cittadino di Opera ha voluto ribadire la posizione della sua Amministrazione dinanzi alla tematica dell’accoglienza diffusa da lui sempre contestata. «Non voglio più saperne di chi fa affari con i profughi negli alberghi ed in comunità – ha concluso Ettore Fusco – mentre gli italiani vivono nelle macchine quando non addirittura sotto i ponti. È ora di finirla con questa carità pelosa che arricchisce le cooperative e le amministrazioni comunali che oltre a prendere contributi a fondo perso in base al numero di profughi accolti, incredibile ma vero, si rendono anche complici delle attività che forse generano pure occupazione clientelare visto che le assunzioni da parte delle cooperative non devono rispettare alcun criterio di trasparenza e meritocrazia».