Milano, sono stati arrestati 15 membri della gang salvadoregna Barrio18. È forse la gang maggiormente violenta del capoluogo lombardo e aveva delle regole ben precise, infatti i membri dovevano versare delle quote associative, che sarebbero servite per sostenere l’organizzazione e aiutare le famiglie dei compagni in carcere. Per riuscire a entrarvi, bisognava superare un rito d’iniziazione violento: essere picchiati dagli altri componenti della gang. La violenza è la costante, utilizzata sia verso terzi ma anche all'interno della barrio18 come metodo per mantenere la disciplina. I 15 membri arrestati sono stati accusati di numerosi reati commessi tra gennaio e ottobre 2014, ovvero associazione a delinquere, tentato omicidio, rapina aggravata, droga, spaccio, ricettazione, porto d’armi e lesioni personali aggravate. Al momento dell’arresto presenziavano anche due italiani, sui quali però non grava l’accusa di associazione a delinquere, poiché era stato loro precluso l’ingresso alla gang non essendo latinoamericani. Gli italiani in questione, il 22enne Michele Gese e una ragazza, erano collegati allo spaccio di hashish e marijuana nella zona di azione della gang grazie ad un patto di collaborazione con essa, e lo scorso febbraio una banda rivale cercò di uccidere il giovane. La droga e le rapine su strada costituivano da sempre una fonte di lauti guadagni per il Barrio18, che operava nella zona dell’ex Parco Trotter, luogo off limits per i rivali che, qualora vi capitassero, venivano violentemente pestati. È però a partire dal 5 dicembre scorso che la Polizia ha iniziato a monitorare assiduamente la banda al fine di sgominarla, giorno a cui risale una denuncia di violenza sessuale attuata da uno dei membri della gang in questione La Barrio18 però è solo una delle tante che presidiano Milano e dintorni, e saranno necessari maggiori azioni per rendere il territorio più sicuro.