Il Consorzio Safra alla sbarra, citato in giudizio dai lavoratori dei magazzini generali di Esselunga. Ieri la prima udienza per discriminazione

???È iniziata ieri la prima causa pilota contro il Consorzio Safra, intentata dai lavoratori licenziati nelle scorse settimane ?dopo aver partecipato ad un picchetto davanti ai magazzini generali di Esselunga. L'avvocato assoldato dai sindacati ha portato Safra in Tribunale per discriminazione, contestando così la lettera di estromissione (che di fatto quivale ad un licenziamento) p?er 14 operai dei settori di carico e scarico dei magazzini di Limito.

Si è svolta ieri mattina la prima udienza. Sono 14 i lavoratori licenziati dalla cooperativa attraverso una lettera di estromissione e dopo avere scioperato davanti ai cancelli di Limito all'inizio di ottobre, mentre al quindicesimo non è più mai arrivata nessuna comunicazione, ma di fatto non è più stato riammesso al lavoro. Il legale del Si-Cobas ha chiamato in causa anche Esselunga. «Abbiamo coinvolto Esselunga perchè è proprietaria dei magazzini - spiega Fabio Zerbini, delegato Si-Cobas - è stato un modo per richiamarla alle proprie responsabilità, spingendola a dichiarare chiaramente se questi lavoratori possano o meno rientrare al lavoro».

Quella iniziata ieri è una causa pilota, se il giudice darà ragione all'operaio, obbligando la Safra a reintegrarlo all'interno dei magazzini di Limito, partiranno le altre 14 cause. «Credo che in pochi giorni avremo la sentenza - continua Zerbini - non ho idea di come possa andare, ma sicuramente se perderemo questo primo round proseguiremo la causa per via ordinaria». Ieri sera, c'è stata un'assemblea dei lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda, che hanno deciso di effettuare un volantinaggio a tappeto in tutti i punti vendita Esselunga per sabato, mentre per il 9 dicembre è stato indetto un nuovo sciopero all'interno dei magazzini.

Il sindacato ha lanciato anche una raccolta fondi, chiamata cassa di resistenza, per garantire un salario minimo ai 15 lavoratori che da settimane stanno organizzando il presidio permanente davanti ai magazzini di via Giambologna di Limito, l'obiettivo è raccogliere per dicembre i 15 mila euro necessari per pagare i 15 stipendi ai lavoratori licenziati. «Non si tratta di mera assistenza a persone bisognose - precisa Zerbini -, ma di un impegno politico ben preciso, per tutti coloro che ritengono fondamentale costruire una possibilità di resistenza concreta. Stanno arrivando segnali di solidarietà dalle parrocchie e dalle associazioni del territorio».

Adele Meltemi