Cerro al Lambro e il Centro chimico militare Ex Saronio: dubbi e chiarimenti dopo l’assemblea pubblica

Grande disponibilità delle istituzioni a far luce sulle questioni poste da 7giorni in merito alle analisi

Il Centro chimico militare ex Industria Chimica dr. Saronio

Il Centro chimico militare ex Industria Chimica dr. Saronio a Riozzo, nel comune di Cerro al Lambro, visto dal parchetto tra via Turati e via dei Fiori

Dopo l’assemblea del 4 dicembre sui risultati delle analisi al Centro chimico militare di Riozzo, nel comune di Cerro al Lambro, 7giorni ha avuto modo di visionare una parte degli esiti e le relative relazioni tecniche. Stando a quanto letto, nella relazione tecnica dell’Esercito non sono presenti indicazioni relative alle rilevazioni effettuate con il georadar, viene citato nella relazione sulla Conferenza dei servizi del 17 settembre 2018 in Regione Lombardia, ma non c’è una relazione tecnica in merito da parte dell’Esercito. Le sostanze ricercate sono state cinque: mercurio, arsenico, nitrobenzene, tricloroetilene e difenilammina mentre il “protocollo Saronio”, cioè il protocollo analitico predisposto dall'Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa Lombardia) per le aree ex Saronio, prevede parametri di ricerca per maggiori elementi e prevalentemente sostanze aromatiche correlate alle produzioni storiche dell’Industria Chimica. Stando sempre alle relazioni tecniche visionate, l’indagine effettuata è un’indagine top soil (cioè sullo strato superficiale del terreno al netto dell’eventuale vegetazione – erba – presente) sui primi due centimetri di terreno mentre tre delle sostanze indagate (nitrobenzene, tricloroetilene e difenilammina) possono anche penetrare più in profondità.

7giorni ha dunque sottoposto i dubbi emersi allo stesso Tenente Colonnello Agnella, che con molta disponibilità, ha confermato l’indagine top soil sui due centimetri di terreno chiarendo però la questione sotto molteplici aspetti: «Mi occupo della Saronio dal 2011, perché l’Esercito è subentrato subito, non appena visionate le analisi dello studio Reich. Quindi l’Esercito stesso si è fatto promotore, partendo proprio dai risultati delle analisi dello studio Reich, dell’approfondimento attuato a partire dal mese di febbraio 2018 perché l’Esercito aveva valutato di suo non completamente esaustivo il profilo d’indagine predisposto dallo studio Reich e pertanto aveva ritenuto poi funzionale ai fini ambientali un ulteriore approfondimento nel Centro chimico militare. Arpa è rientrata nell'iter poiché ente di riferimento sulla materia e ha espresso parere favorevole al piano di intervento che l’Esercito aveva preparato per la caratterizzazione, segnalando però delle perplessità sul fatto che non fossero presenti nello stesso delle analisi da effettuare sotto gli edifici. L’Esercito ha quindi preso in considerazione questa segnalazione e ha effettuato carotaggi verticali e obliqui compatibilmente con lo stato dell’area, che presentava fitta vegetazione anche difficile da estirpare (come ad esempio la Robinia) ed edifici inagibili o pericolanti. L’indagine poi ha riguardato solo cinque sostanze perché abbiamo preso per buono quanto fatto dallo studio Reich che aveva seguito per le sue analisi il “protocollo Saronio”. Quindi abbiamo effettuato un approfondimento su queste cinque sostanze perché non erano di prima scoperta ed erano quelle più critiche per cui serviva una valutazione ulteriore. Per quanto concerne il top soil, chiarisco che questo tipo di analisi viene utilizzata al fine di valutare il tipo di sostanze presenti sul terreno e anche se si tratta di sostanze che possono migrare più in profondità, se non sono presenti nel top soil a maggior ragione non sono presenti più a fondo. In ogni caso, tenendo conto di quanto aveva predisposto Arpa, abbiamo effettuato un top soil esteso sullo strato più profondo, come specificato prima, ed effettuato indagini al georadar. Tutte le relazioni tecniche in merito sono state fornite al Comune di Cerro al Lambro. Il resto degli approfondimenti verrà fatto da questo momento in poi, soprattutto nel momento in cui il Demanio darà la possibilità di abbattere le costruzioni».

7giorni non è ancora in possesso delle risultanze delle analisi, si ritiene sarebbe utile tuttavia pubblicare tutta la documentazione relativa al Centro chimico militare perché i cittadini hanno il diritto di essere correttamente informati e per fugare qualsiasi dubbio che possa insorgere nella popolazione, evitando così anche la diffusione di tesi complottistiche o fake news pericolose. Aspetto, quest’ultimo, sottolineato anche dal sindaco Sassi: «Arpa alla conferenza dei servizi non si è presentata, hanno mandato il loro parere dicendo che prendono atto degli esiti ma per loro bisognava fare una cosa diversa. Il punto è che noi dovevamo decidere se fare comunque qualcosa, anche di parziale, o se non fare niente. Perciò si è lavorato sugli spazi idonei e liberi senza andare sotto gli edifici pericolanti. Mettere però in dubbio la professionalità degli esponenti dell’Esercito e dell’Agenzia di tutela della salute (Ats) non è molto corretto, come non è corretto mettere in discussione le dichiarazioni di professionisti che, sui dati che hanno visto, hanno fatto delle affermazioni precise e puntuali solo perché non si vedono i numeri. Mi dispiace passi l’idea che Esercito e Ats possano essere in qualche modo “d’accordo a raccontare quello che l’amministrazione vuole raccontare”, quando la realtà dei fatti è che sono responsabili di ciò che dicono, hanno dei vincoli professionali da rispettare e sono stati molto corretti e trasparenti. Non c’è nessun complotto, perché altrimenti avrebbero potuto sottrarsi con qualche cavillo o altro per non aprire questa “pentola” della Saronio. Come amministrazione comunale pensiamo sia molto utile avere ora un’analisi parziale piuttosto che non avere nulla in mano. La speranza che come sindaco è di lasciare quantomeno da qui a due anni l’iter avviato in una situazione in cui non si possa tornare indietro, perché le tempistiche delle bonifiche sono lunghe, basti vedere come sta andando a Melegnano dove la bonifica non è ancora partita ma è stata messa solo la barriera idraulica che ha richiesto comunque diverso tempo prima di essere portata a conclusione».

E a proposito di Melegnano il sindaco chiarisce anche l’assenza delle istituzioni all'assemblea, evidenziata da alcuni sui social: «Io l’amministrazione comunale di Melegnano non l’ho invitata, per quello non era presente. Anche se il Comune di Melegnano è capofila per la questione Saronio, il Centro chimico militare è comunque una cosa diversa rispetto alla situazione Saronio a Melegnano. Ogni Comune ha la competenza sui propri territori al di là del discorso dell’essere Melegnano Comune capofila e non penso potessero dire qualcosa di ulteriore rispetto a quanto hanno detto i professionisti dell’Esercito e di Ats».
Elisa Barchetta
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La situazione di alcune aree interne al Centro chimico militare, dove non è stato possibile "disboscare"