Stress e disagio psicologico: come preservare la salute mentale durante l’isolamento imposto dal Coronavirus

I consigli dell’esperto su come gestire lo stress da quarantena e prendersi cura del proprio benessere psicologico

La popolazione italiana è sottoposta ad un rigido isolamento sociale da ormai diverse settimane. Nell’attesa di tornare a una vita normale, è utile capire quali siano gli accorgimenti pratici per far fronte nel miglior modo possibile all’isolamento sociale imposto dalla nuova pandemia. Durante l’attuale lockdown, le attività quotidiane sono fortemente limitate. Le restrizioni imposte dal Governo, per quanto essenziali per arginare la propagazione del virus, impongono non solo di rinunciare ad aggregarsi nei tradizionali luoghi di intrattenimento (ristoranti, bar, cinema, teatri ecc.) e nei luoghi pubblici (piazze, parchi), ma anche di rinunciare ai contatti umani più basilari, come darsi la mano o abbracciarsi, e rendono più difficile coltivare relazioni sociali con i propri cari. 

Il dottor Stefano Clerici, psicologo, psicoterapeuta e coordinatore del Servizio di psicologia clinica della salute all’IRCCS Ospedale San Raffaele, spiega: «In questo particolare momento storico, essendo il bisogno sociale di relazione con l’altro insito nell’uomo, è normale e legittimo avvertire il peso della distanza sociale, che viene percepita come una condizione assolutamente innaturale e fonte di stress psicologico. Dalle evidenze scientifiche emerge che durante le quarantene da epidemie si sperimentano quotidianamente effetti psicologici negativi a causa della distanza sociale abbinata con le limitazioni alla libertà personale, lo stravolgimento della routine e la sovraesposizione alle notizie. Se è certamente opportuno tutelare la salute fisica, adottando tutti quegli accorgimenti igienici e di distanziamento sociale ormai noti, è altrettanto doveroso porre attenzione alla propria salute mentale». 

Lo stress psicologico può manifestarsi in tutti gli individui benché in forme diverse, che possono includere in vari gradi paura e preoccupazione per la propria salute e quella dei propri cari, paura di perdere le sicurezze acquisite nel tempo (lavoro, affetti, amicizie) e cambiamenti nelle dinamiche del sonno e dell’alimentazione. Ma anche difficoltà di concentrazione, sensazione di solitudine e noia, aumento dell’utilizzo di alcol, tabacco e altre sostanze psicotrope ed eventuale peggioramento delle eventuali malattie croniche preesistenti. 

Alla luce di ciò, il dottor Clerici stila un elenco di consigli per affrontare questa nuova situazione psicologicamente impegnativa. Anzitutto rispettare la propria routine quotidiana, mangiando e dormendo regolarmente, possibilmente mantenendo orari costanti il più possibile simili a quelli precedenti il lockdown: non è una vacanza. E poi:
- evitare l’uso di alcol e droghe;
- continuare l’assunzione di terapie esistenti (per patologie pregresse) e, in caso di dubbi, consultare il proprio medico;
- curare il corpo, facendo esercizi e stretching;
- svolgere delle attività piacevoli e tenere la mente attiva (dedicarsi ai propri hobby, se è possibile svolgerli in casa, o ad attività creative come leggere, scrivere, cucinare, etc.);
- prendersi del tempo per rilassarsi;
- tenere pulito e in ordine l’ambiente in cui si vive;
- limitare la consultazione delle notizie sulla pandemia, anche sui social media;
- non temere o avere pudore di comunicare la propria difficoltà, un momento di crisi o di ascoltare le difficoltà altrui, rendendo più autentici e profondi i legami;
- se il disagio (apatia, disturbi del sonno, incremento di sostanze…) dura più di 3 o 4 giorni chiedere aiuto e non aspettare che la situazione si tramuti da disagio in una patologia; 
- prendersi cura di familiari e amici, anche se a distanza, mantenendo contatti costanti in cui non si parli solo della pandemia.

Redazione Web

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1 commenti

Stefania Borromea :
Dottore Stefano Clerici, concordo su tutto, però vi è un dettaglio di non poco peso ed è quello che di solito durante una giornata non coronata, i mariti e i figli, per lo più sono fuori casa e la donna non si sa, se non lavora, e funziona diciamo abbastanza! Passato questo preambolo, la cosa che pone in grande difficoltà è la promiscuità continua 24 ore al giorno che rischia di fare esplodere quest' armonia a volte già precaria, o se vi era già, che viene dalla gioia di ritrovarsi, la famiglia riunita dopo un giornata. E mi creda la promiscuità in un appartamento con televisione accesa, bambini che corrono, pasta che bolle in pentola dopo una fila di un'ora per comprarla, lavaggio del pavimento dopo ogni passo con qualche sgridata a chi ci ripassa sopra, l'uscita di duecento metri bardati e senza fiato e col terrore del chissà "'Meglio tornare a casa" e a casa la solita giornata portano via la voglia di fare tutto quello che ha detto che è sacrosanto e giusto. Ma il peggio è che siamo nel limbo per quel che riguarda la fine di questo incubo con l'ansia dei fine mesi, della ripresa o no del lavoro, di tutto quello che era previsto nella nostra vita, bella o brutta, che però qualche gioia dà. Dare qualche certezza aiuterà di più, e sebbene del domani non sapiamo di cosa sarà fatto, intanto inventiamola quella poca certezza, quella certezza pure incerta chimera ma che dà respiro e libertà quanto una boccata d'aria montana. Tutto il resto è dettaglio, mi creda. Con stima e rispetto. Stefania Borromea. | mercoledì 29 aprile 2020 12:00 Rispondi