WWF Lombardia: la caccia al cinghiale non è la soluzione alla peste suina

WWF Lombardia lancia un appello affinché si pensi a una concreta riconversione delle attività di allevamento intensivo verso pratiche più sostenibili e meno impattanti su salute e benessere animale.

La peste suina continua a diffondersi in modo preoccupante sul territorio lombardo, in particolare  nelle province di Pavia, nel Lodigiano e Lomellina. Secondo il WWF Lombardia, la caccia al cinghiale e le strategie di contenimento attualmente messe in atto dalla Regione Lombardia, che chiama sul territorio cacciatori e persino l’esercito, non rappresentano una soluzione efficace, anzi, potrebbero contribuire ulteriormente alla diffusione del virus.

Lo sostiene WWF Lombardia per voce di Riccardo Ferlin, vicepresidente del Wwf Lodigiano-Pavese e rappresentante delle associazioni ambientaliste nella consulta faunistico venatoria di Pavia e Lodi.

«Le recenti strategie di contenimento, che hanno incluso l'installazione di reti lunghe chilometri e l'intervento dell'esercito, non solo non hanno ottenuto i risultati sperati, ma hanno causato danni significativi alla fauna locale, impedendo il normale spostamento degli animali e alterando l'ecosistema della regione. - spiega Ferlin - Inoltre, è importante sottolineare che molti degli allevamenti intensivi colpiti dal virus sono strutture chiuse, dove gli animali non hanno mai avuto contatti con cinghiali o altre specie selvatiche. Questo solleva seri dubbi sul reale veicolo di contagio, suggerendo che la diffusione potrebbe avvenire attraverso altre vie, forse legate all'importazione di maiali dall'Est Europa, dove la peste suina è largamente diffusa».

 

WWF Lombardia chiede che si faccia chiarezza

In questo contesto, la WWF Lombardia chiede che si faccia chiarezza su quali siano i reali veicoli di contagio e lancia un appello affinché si pensi a una concreta riconversione delle attività di allevamento intensivo verso pratiche più sostenibili e meno impattanti su salute e benessere animale.

Ferlin aggiunge: «È tempo di mettere davanti gli interessi dell'ambiente e degli animali, anziché perseguire una politica che favorisce solo interessi economici settoriali. La caccia al cinghiale, in questo momento, non farà altro che aumentare la diffusione del virus, mettendo a rischio sia la fauna selvatica che la popolazione».

Il WWF sottolinea come, l'apertura della stagione di caccia impedirà ai cittadini di fruire liberamente delle aree boschive, un diritto che non dovrebbe essere limitato, soprattutto in un periodo in cui la connessione con la natura è più importante che mai.

WWF Lombardia invita quindi le autorità competenti a riconsiderare l'avvio della nuova stagione di caccia al cinghiale e le attuali strategie di contenimento della peste suina, promuovendo invece indagini approfondite e politiche che puntino a una gestione più sostenibile e rispettosa dell'ecosistema locale