Fallimento Campione, le tappe: dalla denuncia del 2016 un'agonia durata oltre due anni

Il commissario liquidatore Angela Pagano ha fatto chiarezza sull’ammontare dei debiti contratti dal Casinò al 30 aprile 2018: si tratta di 132 milioni di euro, dei quali 42 spettano al Comune

ROMA - «Se fallisce il Casinò, fallisce tutto il paese». Lo aveva detto qualche mese fa Roberto Salmoiraghi, sindaco di Campione d’Italia. Ora il fallimento della società di gestione è realtà e le prospettive per l’intero sistema-Campione non possono che essere preoccupanti. La vicenda, spiega Agipronews, ha preso avvio nel marzo 2016, quando proprio Salmoiraghi (allora consigliere di minoranza), con il suo collega consigliere Alfio Balsamo (oggi vice sindaco), ha denunciato alla Procura di Como alcune inadempienze contrattuali da parte del casinò, per il mancato trasferimento al Comune (che della casa da gioco è unico proprietario) di 1,4 milioni di euro. Sulla base della denuncia, la procura lariana ha avviato l’iter approdato di fronte al collegio della sezione fallimentare del Tribunale civile di Como. Nel mirino del sostituto procuratore Pasquale Addesso, lo squilibrio tra entrate e uscite nei conti della società che gestiva il casinò, il passivo accumulato e l’incapacità di far fronte ai creditori. Nell’ambito della prima udienza, tenuta il 12 marzo di quest’anno, i vertici del Casinò, con l’allora amministratore unico Marco Ambrosini, hanno fatto una richiesta (poi accettata) di concordato preventivo (in pratica, un piano di risanamento), per congelare l’istanza di fallimento. Nello stesso tempo, il Comune ha chiesto di concedere alla società di gestione del casinò più tempo per il saldo del debito. La mossa, lungi dall’essere un “favore” alla controparte, rispondeva a una logica chiara: salvando il casinò si voleva salvare un’intera comunità, la cui economia è legata a doppio filo ai proventi della casa da gioco. I mancati versamenti della casa da gioco hanno in effetti messo in crisi l’amministrazione comunale di Campione, costretta a ritardare il pagamento degli stipendi. Una situazione che il 20 marzo scorso ha indotto la Corte dei Conti a chiedere al Comune un piano di riequilibrio finanziario. La situazione è precipitata il 7 giugno, quando il consiglio comunale ha decretato il dissesto, aprendo le porte alla nomina di un commissario ad acta, chiamato a prendersi carico della situazione finanziaria, lasciando comunque in carica l’amministrazione Salmoiraghi per la gestione ordinaria.  Nel frattempo, prosegue Agipronews, la situazione del Casinò ha avuto una temporanea schiarita con il referendum del 16 maggio, che ha sancito il sì del personale alla riduzione dell’orario di lavoro e scongiurato il licenziamento di 156 dipendenti. Il 26 maggio, l’ultima illusoria speranza per il Casinò: la proroga di due mesi, concessa dal Tribunale, alla presentazione del piano di risanamento. Due mesi che però sono solo serviti a prolungare l’agonia: il 24 luglio, in vista della scadenza, il commissario liquidatore Angela Pagano ha fatto chiarezza sull’ammontare dei debiti contratti dal Casinò al 30 aprile 2018: si tratta di 132 milioni di euro, dei quali 42 spettano al Comune di Campione. Non ravvisando validi presupposti di risanamento, il commissario ha quindi deciso di bocciare il piano dell’azienda. In sostanza, il Tribunale di Como si è trovato a decidere sull’istanza di fallimento senza poter valutare alcun progetto di ristrutturazione da parte del Casinò. In tali condizioni, la decisione era scontata. MF/Agipro