L’abuso di sostanze stupefacenti ha ucciso una delle voci più carismatiche della musica contemporanea.

Si tratta di Amy Winehouse, voce inconfondibile, un mix tra soul, jazz, pop che la rendeva particolarmente affascinante agli occhi del  pubblico, una voce  più volte paragonata a quella di Sarah Vaughan e Macy Gray. Molte sono state le critiche sul web, critiche rivolte specialmente ai suoi continui abusi di droga, alcol, alla sua vita sregolata; insomma, sono state tante le persone ciniche che non hanno saputo contenersi, sparando sentenze e falsi moralismi sulla sua morte. Bisogna smettere di pensare che il mondo dei vip sia tutto rose e fiori, bisogna smettere di credere che quelle persone vivano una vita più felice della nostra solo per il fatto di possedere materialmente, ciò che noi non potremmo mai permetterci. Certo, li vediamo in televisione sfoggiare abiti maestosi, guidare auto di lusso, possedere case in ogni parte del mondo, ma non conosciamo i retroscena. Dietro ad ogni comportamento, di qualsiasi essere umano, vi è alla base un motivo, un'educazione che in questo caso potrebbe essere mancata. Le più grandi statistiche in materia di morte dovute ad abusi di sostanze stupefacenti imputano la causa di ciò a carenza di affetto, solitudine e quindi ad una conseguente depressione. Certamente non tutte le persone, in tali casi, abusano di droghe, ma coloro che lo fanno, sono le persone più fragili. Con questo non voglio santificare la figura di Amy, ma non voglio nemmeno che tale figura e tal talento, possa essere macchiato da ingiuste considerazione da parte di persone che non potevano conoscerla come lei conosceva se stessa. Aveva soli ventisette anni...

Giancarlo Capriglia