Il Pd accusa l’Amministrazione comunale per la ‘svista’ sulle mense scolastiche


Nello specifico il nuovo sistema,  che prevedeva l’utilizzo di una tessera prepagata personale ricaricabile, ha presentato alcuni problemi tecnici, ovvero l’impossibilità di verificare quanto realmente utilizzato e quanto versato dalle famiglie sulla scheda. Per cui al posto di assistere ad un’agevolazione e semplificazione delle operazioni degli utenti si è ravvisato un’ulteriore disagio.
A detta di tutti, un esperimento non proprio riuscito. E ora il Partito Democratico punta il dito contro l’Amministrazione comunale, considerata la responsabile non dell’aver spedito le bollette ma dell’avere scelto questo sistema senza adottare una serie di monitoraggi e opportuni controlli.
“Possiamo chiamarla una disattenzione da parte dell’Amministrazione, che però ha la sua gravità visto che stiamo parlando di mensa scolastica”, asserisce Francesco Castellotti, il segretario del Pd medigliese. “L’azienda non ha fatto dei report periodici, non ha messo a disposizione delle famiglie quella che era la situazione a credito e a debito, e solo ora fa una richiesta di pagamento senza però che le famiglie possano controllare gli importi”.
Per questi motivi il Pd, seppur in ritardo, chiede all’azienda di permettere la verifica degli importi e per quelli più significativi l’attuazione di una rateizzazione.
D’altro canto anche il Comune ammette che il nuovo sistema non ha funzionato come doveva, difatti più volte ha sollecitato l’azienda applicando addirittura delle penali.
“Comunque questa situazione si è risolta a maggio”, commenta l’assessore alla Pubblica Istruzione Antonio Arrigoni. “Il problema vero è che esiste uno zoccolo duro di popolazione che non vuole versare gli importi”, prosegue l’assessore, dichiarando che le bollette pervenute nelle abitazioni riportano semplicemente i pagamenti per i servizi e i pasti usufruiti dalle famiglie risalenti all’anno precedente.
“Il servizio è stato reso e ora deve solo essere pagato, anche se a posteriori”, conclude Arrigoni, sostenendo che ogni interessato era al corrente della propria situazione e della scelta di posticipare i pagamenti fino a quando il sistema non avesse ripreso a funzionare correttamente.

Maurizio Zanoni