Rubato il salvadanaio destinato al piccolo D’Errico

è successo nel bar tabacchi Charlie Brown di Mombretto. La telecamera ha incastrato il reo
Stefano D’Errico, come molti sapranno, è un bambino di 11 anni residente a Tribiano – in questo numero, parliamo di lui anche a pagina 26 – che, a causa di errori di malasanità, soffre della sindrome di West ed è stato periodicamente sottoposto a una terapia che comporta il trapianto di cellule staminali;

non essendo una pratica legale in Italia, la famiglia D’Errico è stata costretta a recarsi periodicamente in Thailandia, dovendo affrontare ingenti spese. Per questo motivo, molti commercianti del Sud Est Milano hanno accettato di buon grado di esporre un apposito raccoglitore all’interno delle loro attività, dando così luogo a una raccolta di fondi che sono serviti e serviranno ad ammortizzare i costi del viaggio e della terapia. Di qui l’increscioso episodio: sabato 8 ottobre, intorno alle ore 17, presso il bar tabacchi Charlie Brown di Mombretto di Mediglia, il salvadanaio è stato rubato. Grazie alle videocamere di sorveglianza, Pierangelo Avanzi, il titolare dell’attività, e i suoi dipendenti sono riusciti a identificare il ladro: un 47enne, saltuario frequentatore del bar, che, prima di compiere il furto, stava giocando alle slot machines. In un primo momento indeciso se esporre denuncia o meno, Avanzi ha poi deciso di inoltrarla: «Cogliere una persona con le mani nel sacco per un furto simile e non sporgere denuncia nei suoi confronti vorrebbe dire legittimarlo a rubare una seconda volta. In più, un atto simile va assolutamente punito e chi l’ha compiuto dev’essere “recuperato”; per questo motivo ho deciso di contattare i Carabinieri e di denunciarlo. Non è una questione di soldi, si tratta di un gesto ignobile e inqualificabile a prescindere. Credo che anche qualora fosse entrato un ragazzino e avesse voluto fare una bravata, mai si sarebbe abbassato a tanto». All’interno del locale, dove prima c’era il barattolo, è stato appeso un cartello in cui si spiega l’accaduto. Sullo stesso, tutti i dipendenti dichiarano la loro volontà di continuare ad aiutare Stefano: «Noi, in ogni caso, non demordiamo: ci faremo carico del maltolto e, più che mai, facciamo appello alla vostra generosità nel sostenere questa lotta… Forza Stefano!».

Silvia Arrigoni