Il tetto della chiesa di viale Ungheria, grazie a Dio! , non è crollato sui fedeli in preghiera

«Il crollo poteva avvenire in qualsiasi momento», questo l’inquietante responso delle perizie tecniche sulla controsoffittatura della chiesa B.V. Addolorata di viale Ungheria, promosse dal parroco Don Giuseppe Facchineri: «Ringrazio Dio di essere stato cocciuto e di non aver ascoltato pareri superficiali». La caparbietà è stata ripagata! Le indagini, che hanno coperto una superficie pari a 1030 mq, si sono rese necessarie dopo una serie di cedimenti che hanno interessato il complesso parrocchiale fin dal 2008. Il pesante controsoffitto a pannelli di gesso non era ancorato alle travi di cemento armato bensì al tamponamento in mattoni costruito con sistema Perret, ormai interessato da un pericoloso fenomeno chiamato in gergo “sfondellamento”. «Per questi casi si può prevedere una degenerazione del problema fino a un collasso finale», recita il rapporto; il crollo di una parte di questa monolitica struttura avrebbe innescato un vero e proprio effetto domino. Le analisi hanno poi evidenziato anomalie di ogni tipo: infiltrazioni, fratture, uso di materiali scadenti e tecniche edilizie discutibili, che dimostrano con quanta fretta ed economia si sia costruito negli anni Sessanta. La decisione è quindi irrevocabile: «Chiusura immediata della chiesa al fine di prevenire situazioni pericolose per l’utenza». I tempi prospettati per la ristrutturazione si aggirano intorno ai tre mesi.

Da aprile ormai la11 Z4 messa all'aperto v.le ungheria nutrita comunità è costretta a celebrare la messa all’aperto, sperando nella clemenza del tempo. A preoccupare ulteriormente il parroco ci pensano le gravi ricadute che gli elevati costi avranno sulle iniziative portate avanti dalla parrocchia a favore di famiglie bisognose, anziani e bambini: «Di solito siamo noi ad aiutare gli altri, ma oggi ci troviamo nelle condizioni di chiedere aiuto» continua Don Giuseppe, che ha ora avviato una campagna di ricerca fondi. «È bello vedere, in questi tempi di crisi, le piccole offerte dei fedeli, la solidarietà del quartiere»: scuole, parrocchie e società sportive del territorio si sono infatti mobilitate per ospitare quante più attività possibili.
Luca Ilgrande