«Le parole conferiscono senso all’esistenza»

Chi è Don Guglielmo?
Sono nato a Milano nel 1967, ma da sempre residente nel lodigiano. In questi anni di ministero ho alternato lo studio della teologia con l'impegno pastorale. Nel 2001 ho conseguito un dottorato in teologia e da sei anni sono responsabile dell’oratorio di Paullo.

Dove nasce la passione per la scrittura?
Sono arrivato per caso alla scrittura. Per ragioni di vocazione mi sono trovato costretto a coltivare soprattutto la devozione alle lettere. Da cristiani conosciamo Dio attraverso le sue Scritture. È attraverso le parole che noi conferiamo senso alla nostra esistenza. Da prete non lo considero un gesto estetico di ricerca di purezza linguistica, ma di servizio alla testimonianza. In mezzo a tanti altri uomini, vivo con loro la ricerca del senso e con loro balbetto parole di verità.

Come nasce questo secondo libro?
Il libro è nato casualmente. I suoi natali sono prettamente paullesi. Un paio di anni fa ci si è trovati con un gruppo di giovani e di adulti per leggere insieme il Vangelo. Da quelle conversazioni sono nati questi fogli, oggi diventati un libro. Il testo è un commento al vangelo di Marco. La domanda che soggiace al testo è: perché Dio ha voluto perdere? Poteva benissimo vincere e invece ha perso. Ne esce il ritratto di Dio: è molto diverso da noi uomini, noi non vogliamo perdere, lui, invece, ha cercato quella sconfitta che va sotto il nome di amore. Contemplando questo Dio, non puoi non amarlo. La debolezza e la fragilità sono sempre realtà che avvicinano gli uomini, mentre l'arroganza e il potere li dividono e li respingono.

È già in programma un terzo libro?
Ho qualche progetto di ricerca. Si tratta degli itinerari con cui normalmente accompagniamo i giovani e gli adulti in parrocchia. Se mi accorgessi che alcune parole fanno bene all'anima di qualcuno, allora farò un pensiero verso una possibile pubblicazione.

Greta Montemaggi