Colpo alla BPL di Peschiera: scavato un tunnel e una conoscenza perfetta della filiale da parte dei rapinatori

Proseguono a ritmo serrato le indagini dei carabinieri, che hanno rivelato ulteriori dettagli sulla rapina

Una volante dei carabinieri

Una volante dei carabinieri

Procedono febbrilmente le indagini dei carabinieri di Peschiera a seguito della clamorosa rapina messa a segno lunedì 16 febbraio ai danni della Banca Popolare di Lodi, sita in via Moro. Nei giorni scorsi i militari hanno sentito i dipendenti della filiale, che sono stati segregati per circa 1 ora in uno stanzino poco dopo l’orario di chiusura, giusto il tempo necessario affinché si aprisse il caveau temporizzato. In base a quanto fin’ora ricostruito dai militari, non ci sono più dubbi circa il fatto che ad agire siano stati dei veri e propri professionisti del crimine, che hanno concepito il loro piano sin nei minimi dettagli. Per accedere alla banca, infatti, nei giorni precedenti il blitz si sono creati una sorta di “tunnel” sotterraneo, abbattendo il muro di un condominio e quello di una farmacia, e poi tagliando una grata d’acciaio per mezzo di una fiamma ossidrica. Di tale passaggio, che è stato poi opportunamente nascosto, si sono serviti per sbucare dai sotterranei della filiale, dove hanno messo a segno la razzia. All’interno della BPL, poi, i carabinieri hanno scoperto che erano state messe fuori uso solo le telecamere di sorveglianza che avrebbero potuto immortalare tutta la scena, segno evidente che la filiale era stata fatta oggetto di ripetuti sopralluoghi prima dell’azione. Nel corso del blitz i rapinatori non hanno praticamente lasciato alcuna traccia dietro di loro, poiché indossavano guanti da meccanico e anfibi di gomma, oltre ad avere il volto coperto da passamontagna. Inoltre gli autori del colpo si sono tenuti in contante contatto per mezzo di walkie talkie, fatto che lascia presupporre la presenza di alcuni complici.
Redazione Web