Elisabetta Cipollone invoca «Ministri e Deputati» affinché sia introdotta la legge di “omicidio stradale”. Ed è pronta a fare lo sciopero della fame

La mamma del piccolo Andrea De Nando, ucciso un anno fa mentre attraversava sulle strisce, chiede al governo l'istituzione del reato di omicidio.

 

«Mio figlio ormai se n'è andato. La mia, è una battaglia che porto avanti non per me, ma per evitare che altri ragazzi facciano la stessa fine di Andrea. Voglio giustizia, e la voglio ora».

È passato poco più di un anno. Il 29 gennaio dello scorso anno Andrea De Nando, 15 anni appena, morì investito da un automobilista davanti all'oratorio di Peschiera Borromeo, sotto gli occhi contratti del fratello gemello e di un amico.

Elisabetta Cipollone, la madre del piccolo Andrea, ha saputo trasformare il dolore in lotta. Due mesi fa è riuscita a ottenere il respingimento del patteggiamento richiesto dai legali. Ma ora, la lotta si allarga e diventa fronte comune.

Obiettivo: introdurre nel nostro ordinamento la legge di “omicidio stradale”.

La posta in gioco è alta; per scuotere uno Stato incapace di tutelare le vittime facendo giustizia, è necessario attirare un'attenzione politica troppo spesso lontana dai fatti di cronaca.

Così il 25 aprile mille palloncini hanno invaso piazza Cavour a Roma, piazza che ospita la sede dell’alta Corte di giustizia. Su ognuno, un nome, un ricordo, un messaggio lanciato in volo alle innocenti vittime della strada.

«Noi scioperiamo - conclude Elisabetta Cipollone -, perché vogliamo essere ascoltati da Ministri e Deputati che si trovano a discutere sulla riforma della giustizia perché non possono fare i conti senza considerare la parte lesa, come invece sempre avviene. Inizieremo lo sciopero della fame in nome dei nostri figli e di quelli che vogliamo salvare e non ci fermeremo finché non saremo ascoltati, ma senza essere presi in giro. La prima emergenza alla quale far fronte è quella che riguarda la tutela della vita innocente».

La data scelta dalle vittime non è casuale, ma ha coinciso con il contemporaneo sciopero della fame di Marco Pannella, a favore dell'amnistia nelle carceri. «Si devono garantire condizioni di vita migliori per i carcerati, ma le pene non devono essere cancellate. Chi ha sbagliato deve pagare. Il nostro ordinamento, deve contenere anche una legge sull'omicidio stradale. E se per raggiungere questo obiettivo dovremo fare il gioco duro, non ci tireremo certo indietro».

Elisa Murgese