Ipotesi moschea tra Milano e San Donato: l’Amministrazione Checchi protesta e chiede un incontro

Nei giorni scorsi palazzo Marino aveva individuato tre aree per la collocazione di futuri luoghi di culto non cattolici. Tra questi spicca un’area a ridosso del capolinea della M3

Ipotesi moschea a San Donato

Ipotesi moschea a San Donato Fedeli islamici in preghiera

Si accende la polemica tra l’Amministrazione sandonatese e quella di Milano, circa la scelta di alcune aree pubbliche che palazzo Marino ha individuato per la nascita di futuri luoghi di culto non cattolici. Nei giorni scorsi, infatti, il Comune di Milano ha scelto 3 aree che dovranno ospitare probabilmente due moschee e una chiesa evangelica. Tra i luoghi prescelti figurano una parte dell'area dell'ex Palasharp, dove già oggi in un tendone temporaneo pregano i fedeli del centro islamico di viale Jenner, un immobile vicino alla multiculturale via Padova e un’area a ridosso del capolinea della M3 a San Donato, in via Marignano. Proprio la scelta di quest’ultimo luogo, un’area verde di 3400mq, ha colto di sorpresa l’Amministrazione guidata da Andrea Checchi, che ha invocato maggior condivisione da parte dei colleghi milanesi. Pur riconoscendo la necessità di garantire luoghi di culto adeguati per i fedeli non cattolici, soprattutto in un ottica di integrazione tra culture, Checchi ha sottolineato come una decisione di portata sovra comunale sarebbe dovuta scaturire da un confronto tra le parti. In particolare, il primo cittadino sandonatese si è detto convinto della non adeguatezza dell’area prescelta per un utilizzo di questo tipo. In passato la zona, che peraltro ha ospitato per diverso tempo il mercato etnico domenicale, era stato al centro di problematiche legate a sicurezza e ordine pubblico, proprio in merito alla sua posizione di confine tra San Donato e Milano. Ad ogni modo, Checchi ha già chiesto un incontro con la Giunta milanese, dove chiederà maggior condivisione ed esporrà le sue perplessità in merito.
Redazione Web