Disagi a Zivido: piove negli appartamenti

«La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata venerdì scorso: erano le due di notte, e sono stata svegliata dall'acqua che stava cadendo sui miei piedi, tanto da dover andare a dormire sul divano, dove almeno scendeva meno acqua. Non si può vivere in questo degrado». Non parliamo solo di danni economici, ma anche fisici e morali. «I vigili del fuoco mi hanno fatto togliere il lampadario in cucina e nei due bagni, dicendo che erano pericolosi. Ci pensate che se non avessi la luce proveniente da alcuni mobiletti, avrei tre stanze della casa al buio? E poi i danni in salute, che non sono giustificabili, e ancora, la mancanza di libertà». Infatti, Margherita racconta di aver perso da un anno suo marito, e per questo di aver avuto il desiderio di tornare a Napoli vicino ai suoi cari. «Purtroppo non mi è possibile allontanarmi dall'appartamento. Infatti, quando piove le otto bacinelle sono da svuotare ogni due ore, così che in un anno non ho mai potuto lasciare l'appartamento». I residenti, esasperati dalla situazione, hanno lanciato invano appelli alle istituzioni. Ma, mentre i residenti si appellano al Comune, il Comune si appella all'Aler (l'ente a cui appartengono gli edifici), «dicendo che ogni volta l'Aler modifica la data d'inizio lavori (aprile – giugno - ottobre 2009). Il 7 dicembre 2009 è stato resa nota da un cartello una nuova data d'inizio, e il primo operaio s'è visto una decina di giorni fa. Tuttavia, un giorno lavorano e cinque no perché il tempo non lo permette, quindi chissà quanto tempo ci vorrà a finire». Gli inquilini si domandano se il Comune non possa fare di più per loro. «Siamo andati in Municipio pensando che una istituzione potesse essere più forte del singolo cittadino. Ma quello che ci hanno risposto è che il massimo che potevano fare era chiamare l'Aler. Allora ho chiesto un appuntamento con il sindaco», ma anche questo le è stato negato. «Solo noi stessi possiamo difendere i nostri diritti – conclude Margherita – ma per farlo noi inquilini dobbiamo metterci tutti d'accordo, tutti insieme».

Elisa Murgese