"Le otto montagne" di Paolo Cognetti, il racconto di un legame indissolubile e tumultuoso con la montagna più selvaggia e crudele

Quando un’amica, qualche tempo fa, mi chiese di elencarle i motivi per cui avrebbe dovuto leggere il libro, la mia risposta non si fece attendere...

Il romanzo di Paolo Cognetti che ha vinto il Premio Strega 2017

Il romanzo di Paolo Cognetti che ha vinto il Premio Strega 2017

Brusson è una cittadina di pochi abitanti, che si estende in Val D’Ayas, a pochi chilometri da Champoluc. L’agglomerato di case è circondato da innumerevoli sentieri di montagna, come quello che arriva al Monte Zerbion (2719 metri) o quello per il Corno Bussola (3023 metri), da svariate falesie in cui è possibile arrampicare, come quella di Extrepieraz e dagli impianti sciistici del comprensorio Monte Rosa Ski.

In una frazione di Brusson si trova Graines, composta da una manciata di casupole di pietra, metà delle quali è in rovina. Qui è ambientato il romanzo “Le otto montagne” di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega 2017, e il cui film sarà in uscita il 22 dicembre.
Il libro ripercorre come, durante l’arco di vita dell’autore, esso costruisca un legame tanto indissolubile quanto tumultuoso con la montagna più selvaggia e crudele. Il viaggio del protagonista (chiamato Pietro) si sviluppa anche grazie alle vicissitudini vissute con altri personaggi, come quello del migliore amico Bruno, o del padre Giovanni, coi quali si inoltra in esplorazioni affannate su cime impervie o in silenzi abissali che nascondono un’affinità  rara tra due persone. Quando un’amica, qualche tempo fa, mi chiese di elencarle i motivi per cui avrebbe dovuto leggere il libro, la mia risposta non si fece attendere: in primo luogo la narrazione è ambientata in un contesto lontano dalla nostra concezione di vita milanese… vi è un effetto totalmente estraniante, che ti porta a vedere la città come una gabbia grigia dalla quale evadere appena possibile. Eppure il protagonista è nato e cresciuto a Milano, e poi per un periodo si è trasferito in un’altra città, Torino. In secondo luogo, la vita di montagna è descritta in modo talmente appassionato, dura ma rigenerante – con divagazioni utopiche su società ideali – che ti fa venire voglia di vivere inerpicato su un cucuzzolo di montagna, isolarsi da tutto e tutti e tanti saluti. Vi sono inoltre svariati punti di riflessione su temi come amicizia, famiglia (in particolare sul rapporto figlio – padre), e società, che a tratti lasciano l’amaro in bocca e ti spronano a chiederti «Ma io che cavolo sto facendo della mia vita?». Infine, è innegabile che lo stile di scrittura sia limpido e lineare, semplice e scorrevole, ma profondo al punto giusto.
Insomma, i motivi sono vari e tutti validi, e se questi non vi bastassero, vi ricordo che la resa cinematografica di un libro non è quasi mai all’altezza di ciò che leggete.
Arianna Cerea

Le otto montagne di Paolo Cognetti
Edito da Einaudi
Copertina flessibile Euro 12,35
Formato Kindle Euro 8,99