Angoscia, violenza e gli aspetti più triviali dell'animo umano nello spettacolo After The End di Dennis Kelly allo Spazio Tertulliano

Uno spettacolo che chiama in causa lo spettatore interrogandolo sul suo io più recondito

After the end, piéce scritta dal drammaturgo contemporaneo Dennis Kelly in seguito agli attentati terroristici avvenuti a Londra nel 2005, vede Mark (Alessandro Lussiana) e Louise (Valeria Perdonò) rifugiarsi in un bunker antiatomico a causa di un’esplosione nucleare che ha sgretolato vite e interi quartieri. La convivenza, avviata inizialmente con tutti i migliori propositi – retaggio dei più diffusi costumi sociali – , si trasforma in un avvincente gioco di potere, violento e istintivo ma, proprio per questo, autentico; vengono messi in discussione il bene e il male, la condizione esistenziale di ciascuno di noi viene spogliata del suo superfluo, privata del consueto: la fragilità che la vita ci intima di nascondere riemerge con forza, brutalmente, sottomettendo la ragione, non più in grado di riconoscere ciò che credeva giusto o reale. La distanza, effettiva e simbolica, tra i protagonisti, impegnati sul palco in una continua lotta fisica e verbale, e lo spettatore, estraneo alla scena, seduto e inerte, non fa che rendere più incalzante una domanda, spietata poiché senza risposta, che chiede di fare i conti con la propria identità per individuarla e imparare a conoscerla così com’è, nuda e labile. La regia di Luca Ligato, essenziale e senza filtri di sorta, così come la scenografia, tetra e austera, contribuiscono coinvolgere la platea, rendendole naturale immedesimarsi nel dramma che si consuma davanti ai suoi occhi.
Silvia Arrigoni

After The End