Dibattito acceso a San Donato Milanese: moschea abusiva o diritto alla libertà di culto?

Una controversia politica è scoppiata fra i membri di Fratelli d'Italia: «Va chiuso per il degrado, illegalità, insicurezza e abusivismo»; e i membri del Partito Democratico locale: «La mancanza di conoscenza e le dichiarazioni confuse non corrispondono alla realtà»

In alto da sinistra Riccardo De Corato (FdI) e Abdullah Badinjki (PD)

In alto da sinistra Riccardo De Corato (FdI) e Abdullah Badinjki (PD) In basso da sinistra Alessandro Grillo (PD) e Guido Massera (FdI)

San Donato Milanese 8 Aprile 2024. Da una parte, Guido Massera, Consigliere Comunale di Fratelli d'Italia, insieme all’ On. di Fratelli d’Italia, ex vice Sindaco delle Giunte di Centrodestra milanese e membro della Commissione Sicurezza delle Periferie in Italia, Riccardo De Corato, hanno sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla situazione nella Moschea di via Buozzi 33: «L’immobile – dichiarano De Corato e Massera -, infatti, risulta non essere stato accatastato come Moschea ma abbia una destinazione urbanistica di carattere produttivo e può essere utilizzato solo come Associazione di promozione sociale. In quel luogo, soprattutto la sera dopo le ore 18, la situazione è totalmente fuori controllo e in uno stato di forte degrado. Lo fanno da padroni parcheggiatori abusivi, auto lasciate in qualsiasi posto e di forte intralcio alla circolazione viabilistica) ed un numero di persone, frequentanti la Moschea, che va ben oltre le normali capacità di riempimento della stessa, che rappresentano un grave pericolo in materia di norme e regole di sicurezza. Questo luogo di culto – hanno poi ribadito il Deputato e il Consigliere Comunale di Fdi - va chiuso perché, quotidianamente, si verificano degrado, illegalità, insicurezza e abusivismo. Inoltre, vi è la totale assenza del rispetto delle vigenti leggi, norme e regolamenti in materia di luoghi di culto, sia a livello regionale che nazionale, che devono tassativamente rispettare le esigenze della trasparenza e della sicurezza. Un caso analogo – ha concluso De Corato - si è verificato due settimane fa a Sesto San Giovanni, in quel caso il Tar della Lombardia ha dato parere negativo alla grande Moschea del nord Milano. Mi auguro che lo stesso avvenga in questa circostanza sandonatese».

Dall'altra parte, i membri del Partito Democratico locale, qualche giorno dopo, con una nota stampa ribattono con fermezza, difendendo il diritto alla libertà di culto sancito dalla Costituzione italiana. Essi criticano le affermazioni di De Corato e Massera. Sottolineano inoltre la carenza di luoghi di culto islamici in Italia rispetto ad altre nazioni europee e invitano De Corato a verificare di persona le condizioni della fondazione in questione: «Richiedere la chiusura di un centro culturale islamico rappresenta una minaccia all'essenza stessa della democrazia e della libertà individuale. È inaccettabile che un rappresentante parlamentare si faccia promotore di tale richiesta, ignorando i diritti costituzionali dei cittadini -spiegano Abdullah Badinjki, Coordinatore Partito Democratico Zona Sud Est Milanese e Alessandro Grillo, Segretario Circolo Partito Democratico San Donato Milanese -. Inoltre, l'affermazione secondo cui il luogo di culto islamico sia abusivo e con destinazione urbanistica di carattere produttivo richiede un approccio serio e oggettivo. È evidente che l'Onorevole abbia un approccio ideologico e poco informato sulla situazione specifica di San Donato Milanese e dei luoghi di culto islamici in Italia. La mancanza di conoscenza e le dichiarazioni confuse non corrispondono alla realtà. La scarsità di moschee in Italia, rispetto alla numerosa popolazione musulmana, è un problema che richiede un impegno politico e sociale significativo. Le istituzioni governative, insieme alle organizzazioni religiose e alla società civile, devono lavorare per garantire che i musulmani abbiano accesso a luoghi di culto adeguati, nel rispetto della legge e dei diritti di tutti i cittadini. È fondamentale che l'Amministrazione comunale e il Sindaco si impegnino a rispettare i principi costituzionali e a favorire il dialogo interreligioso. Inoltre, devono adottare politiche urbanistiche più inclusive che facilitino la definizione di luoghi di culto per i musulmani, proteggendo il diritto alla libertà di culto e promuovendo la convivenza tra le diverse comunità religiose».