La “generazione Abramovich”: i russi e la ricchezza no limits

Non badano a spese, sono esagerati come gli zar di inizio Novecento e spiazzano il mercato, arrivando a offrire cifre enormi per ogni cosa che li interessa. Riviera ligure, Versilia, Capri, Sardegna: i prezzi salgono vertiginosamente quando la richiesta arriva da Mosca e dintorni. Ciò che colpisce di questa nuova oligarchia è proprio l’atteggiamento disinvolto verso la ricchezza, l’assoluta mancanza di senso del “peso” del denaro. È già famoso l’episodio dei quattro russi che, lo scorso anno a Forte dei Marmi, pagarono il conto del ristorante aggiungendo candidamente altri 4.200 euro di “mancia per i camerieri”, prima di sparire a bordo di una Bentley. Ma chi sono esattamente questi nuovi ricchi? Secondo gli oppositori del “sistema Russia” sono i furboni che hanno messo le mani, più o meno legalmente, sulle risorse che ai tempi dell’Unione Sovietica appartenevano allo Stato. Risorse naturali, soprattutto: gas, petrolio, alluminio, pietre da costruzione. Un patrimonio inestimabile, finito ad alimentare holding imprenditoriali con a capo un’eletta schiera, ai piedi della quale la maggioranza della popolazione vive in condizione di semi-povertà. Questa “generazione Abramovich” annovera uomini di età compresa tra i 40 e i 50 anni, che si differenziano dai colleghi “ricconi” del mondo occidentale per aver conosciuto prima il rigore del Comunismo e subito dopo l’effervescenza del capitalismo più sfrenato. Uno shock socio-economico che evidentemente stordisce oppure rende più forti.  Curioso, in tutto questo, come la storia sia ancora una volta beffarda. Prima la monarchia, poi il socialismo di Stato, ora il modello Putin con la crescita di una classe sociale dominante che concentra in poche mani rubli e dollari: il popolo russo sembra sempre lontano anni luce da qualsiasi forma di democrazia. Quanto a noi, non ci resta che guardare con un sano pizzico di invidia quelli che prima consideravamo gli “sfigati dell’Est”. E che ora si presentano con il portafogli pieno e comprano tutto. Senza neanche chiedere lo sconto.