La politica non dovrebbe essere un privilegio, bensì un servizio

Non sicuramente la gravità dei reati ascritti alla persona; la conseguenza e la rilevanza dei fatti non riguardano solo l’imputato ma anche il Pd e i suoi militanti, iscritti e gruppo dirigente. La diversità risiede nel modo di affrontare le accuse, non un’alzata di scudi verso la magistratura, ma una sostanziale presa d’atto del ruolo istituzionale della stessa, con la conseguente attestazione di fiducia nel suo operato e nell’operato dei magistrati. Penati e il Pd hanno agito in modo tale da tutelare il partito dalle eventuali azioni del singolo; altri, invece, in analoghe o similari situazioni, hanno operato legiferando leggi ad personam che tendevano a derubricare il reato o a ridurre i termini di esercizio della magistratura. In una situazione economica così complicata come l’attuale, il fatto che emergano situazioni nelle quali i personaggi politici non hanno un limpido profilo nella loro azione – ricordo che in Italia sussiste il presupposto di innocenza – concorre ad alimentare quel sentimento di antipolitica che sempre più impregna l’opinione degli italiani. Oggi occorrerebbe che la politica compisse azioni che la pongano, metaforicamente parlando, alla testa di quelli a cui è richiesto di compiere dei sacrifici anche economici nell’interesse del Paese. Quello che invece emerge è che non solo ci sono le situazioni di cui sopra, ma i sacrifici sono richiesti ad altri e permangono i privilegi della politica così difficili da comprendere e giustificare. Per limitare gli effetti del sentimento di antipolitica bisognerebbe che chi in Parlamento è preposto a valutare le situazioni socio-economiche dell’Italia cominci a esercitare alcune modifiche allo status quo della casta; come la riduzione del numero dei Parlamentari, impedire il doppio incarico, impedire che chi è eletto continui a esercitare la propria professione, regolarizzare l’assunzione e la contribuzione dei portaborse mediante un Ente superiore, eliminare il vitalizio prevedendo il ricongiungimento dei contributi versati alle attuali forme pensionistiche, rivedere lo schema retributivo dei parlamentari e l’importo delle singole voci, eliminare le Province e gli Enti inutili. Basterebbe quel poco descritto sopra per far capire che chi è eletto fa parte del popolo italiano a tutti gli effetti. Perché, non dimentichiamocelo mai, la politica non è privilegio ma servizio.