La riviera romagnola rimane a secco di personale qualificato nella stagione dei record
Anni di contratti farlocchi e lavoro in nero sottopagato hanno portato le giovani leve, fresche di studi, a migrare verso lidi stranieri più appetibili
13 luglio 2018
Due lati di una stessa medaglia "di legno" nonostante le opportunità siano "d'oro"
Spiagge affollate, locali presi d’assalto, alberghi pieni e ristoranti inaccessibili senza prenotazione. Rimini e Riccione non vedevano una crescita così significativa ormai da qualche anno. Il solo confronto con la stagione 2017 mostra un aumento dell’8% di turisti in questo periodo più caldo dell’anno. Questa crescente richiesta di servizi coincide, però, con una vistosa mancanza di personale qualificato che spaventa moltissimi albergatori e proprietari, sempre più in difficoltà nella ricerca del dipendente stagionale.
Finora, i candidati visionati non sono riusciti a soddisfare tale necessità e, al momento, si contano circa 600 posti vacanti tra Ravenna e Rimini. Le persone proposte finora erano per lo più lavoratori generici, fuori dal mercato del lavoro da qualche anno e privi di un’istruzione adeguata che gli permettesse di avere un dialogo fluente con i turisti stranieri e delle competenze in ambito culinario e alberghiero. Le professioni più richieste, infatti, sono cuochi, i loro aiutanti, baristi, braccianti in spiaggia, receptionist e il personale di sala. Eppure le società romagnole non richiedono solo questo tipo di competenze, ma offrono tanti altri impieghi stagionali che spaziano in tutti i campi, anche in quelli più popolari: dai fattorini per le pizze ai commessi nei negozi di Riccione, dall’estetista al venditore nei supermercati di Rimini. Ecco qui il link del centro dell’impiego, sempre aggiornato, che vi aiuterà a trovare il lavoro più adatto a voi durante questi torridi mesi estivi sulle coste dell’Emilia Romagna.
Il vero problema, dunque, non è la mancanza dei posti di lavoro, ma la scelta dei giovani lavoratori competenti che preferiscono le coste straniere del mediterraneo e le grandi città europee, in cui il loro impiego viene apprezzato e retribuito a dovere, senza scappatoie dal fisco e senza essere ritenuti braccianti automatizzati espropriati da ogni diritto. Tantissime, infatti, le lamentele dei giovani italiani rivolte ai giornali e televisioni nazionali che cercano di far sentire la propria voce riguardo le condizioni di lavoro al limite dell’isteria, i tempi d’impiego fuorilegge e un’intensità per così dire sovraumana.
C’è anche da segnalare, purtroppo, il rovescio della medaglia, per cui tanti imprenditori capaci e rispettosi si trovano spesso a fare i conti con ragazzini pigri, quasi schizzinosi, svogliati, e pretenziosi che non gli assicurano una presenza costante e nemmeno un impegno duraturo. Ad oggi le giovani leve s’interessano maggiormente della paga, delle ore retribuite di straordinari e di quelle in cui invece possono rilassarsi, non certo un bel biglietto da visita quando si sta facendo un colloquio per convincere il capo a darti un lavoro stipendiato e sicuro, almeno per il momento.
13 luglio 2018