Segrate, secco "no" al nuovo terminal intermodale

Nuova allerta nella città: dopo gli aerei di Linate, i treni.

Segrate

Segrate L'area "Milano smistamento"

La notizia dell'accordo tra la società svizzera Hupac e Rfi per gestire le aree dismesse delle ferrovie e l'ipotesi di un nuovo grande terminal intermodale a Segrate, era nell'aria già da qualche tempo. A lanciare l'allarme e un appello a tutte le forze politiche locali – maggioranza e minoranza insieme -  nelle scorse settimane, era stato Angelo Zanoli, ex assessore al Territorio, che in una intervista rilasciata a una testata locale aveva dichiarato: «Vogliono creare un terminal ferro-gomma a Novegro. Dobbiamo impedirlo insieme».
L'area interessata dal progetto - attualmente in fase di valutazione in Regione -  è quella di “Milano smistamento”, ovvero la zona comprendente i binari collocati su quell'enorme area che taglia in due la città di Segrate (tra la Rivoltana, Segrate Centro e Redecesio). Qui, secondo le notizie riportate, sarebbe previsto l'insediamento del nuovo terminal di scambio ferro-gomma che vedrebbe il passaggio di merci su container tra treni e camion.  Se così fosse, sarebbe l'ennesimo duro colpo – in termini di aumento di traffico pesante e conseguente inquinamento – inflitto alla città di Segrate, già penalizzata dalla presenza di infrastrutture come l'aeroporto e il terminal esistente a Redecesio.
La questione, portata urgentemente all'attenzione dell'ultimo consiglio comunale da alcuni partiti della maggioranza (primo firmatario dell'ordine del giorno, il consigliere Gervasoni dell'Ncd), è stata oggetto di una lunga discussione – notata da più parti l'assenza in aula del sindaco -  conclusasi con una posizione unanime e la firma di un documento che fa muro contro qualsiasi ipotesi di sviluppo di un secondo intermodale a Segrate.
Cristiana Pisani