Cannabis: un costo per lo Stato in Italia, un’opportunità altrove

I numerosi casi di cronaca locale riguardanti lo spaccio di marijuana ci inducono alla riflessione. Gli arresti non sono certo poco frequenti, come ad esempio quello del trentaduenne salvadoregno di Cinisello Balsamo, avvenuto qualche giorno fa. L'uomo, che è stato arrestato con l'accusa di spaccio e coltivazione illegale di marijuana, è stato fermato dai Carabinieri, i quali gli hanno trovato addosso, nascoste nei calzini, le dosi da spacciare; nella sua abitazione sono inoltre state trovate 6 piante di marijuana, che l'uomo coltivava nella sua vasca da bagno.

Ma su cosa si dovrebbe dunque riflettere, data la frequenza di questi episodi? Anzitutto sull'attuale legge italiana, la cosiddetta Fini-Giovanardi (e sue successive modifiche), la quale punisce con multe salatissime e pene detentive chiunque venga trovato in possesso di droghe, pesanti o leggere che siano, senza alcun tipo di distinzione; tutto questo mentre cresce l’interesse nei confronti della marijuana come sostanza, anche dal punto di vista della ricerca scientifica, che ne evidenzia sempre maggiormente anche una valenza curativa, in controtendenza con i luoghi comuni e gli stereotipi secondo i quali le cosiddette “droghe” sarebbero tutte uguali. Nel nostro Paese il possesso di semi di canapa è considerato legale, tanto che essi possono essere acquistati su siti web come questo. Gli stessi semi non possono però essere fatti fiorire, in quanto la legge considera illegali le piante che potenzialmente sviluppano un certo quantitativo di Thc, anche se il modo in cui stabilire le potenzialità di tossicità di una pianta non risulta essere molto chiaro ed oggettivo. Quello che invece è piuttosto evidente è che la guerra alle droghe, comprese quelle leggere, costa milioni di euro allo stato italiano.
La soluzione a questo ingente spreco di denaro potrebbe eventualmente essere la depenalizzazione o addirittura la legalizzazione della cannabis. Scelta che peraltro contribuirebbe in modo decisivo a ridurre gli introiti delle narcomafie. In ultima istanza, la decriminalizzazione della marijuana potrebbe anche comportare un guadagno per lo stato italiano. Come ad esempio avviene in alcuni stati americani come la California, dove è permesso l'uso della marijuana a scopi terapeutici.
Questa scelta, oltre agli indiscutibili vantaggi sul piano medico che questa sostanza apporta nel trattamento di numerose malattie quali ad esempio sclerosi multipla, tumori, tetraplegia e patologie neurodegenerative, ha anche contribuito a creare ricchezza nello stato. Esso infatti, tramite il Medical Marijuana Program, monitora la vendita della sostanza ai malati. Negli stati di Washington e Colorado, invece, nei quali i cittadini hanno votato a favore nel referendum per la legalizzazone dell'uso ricreativo della cannabis, i rispettivi governi stanno progettando di tassare la vendita legale della sostanza, al fine di ottenere introiti statali.
Gli stessi introiti potrebbero essere utilizzati per risollevare il bilancio di questi stati: in Colorado i democratici propongono di utilizzarli per finanziare le scuole delle zone più povere, mentre lo stato di Washington ha intenzione di tassare i brand dei rivenditori di cannabis autorizzati.
Il business della marijuana negli USA si sta infatti sviluppando anche sul piano degli investimenti privati: sono numerose le aziende del settore quotate in borsa.
L’investimento privato più consistente ed interessante è quello che riguarda i distributori di marijuana terapeutica: un’azienda che li produce, la MedBox, è finanziata da investimenti pari a 20 milioni di dollari. Anche un ex manager di Microsoft, Jamen Shively, sta cercando di fare della vendita della cannabis a scopo medico e ricreativo un business milionario (vedi articolo).
Insomma: pare che dalla vendita controllata e legalizzata della cannabis, sia lo Stato che i privati possano trarre un guadagno. Ovviamente non tutto quello che funziona in un determinato Paese può essere replicato allo stesso modo o ritenuto giusto altrove; di certo, tuttavia, anche in Italia si potrebbe valutare la possibilità di affrontare il problema dello spaccio in un modo diverso da quello avuto sinora, prendendo in considerazione anche i vantaggi della depenalizzazione.