Città Metropolitana: si è riunito per la prima volta il nuovo Consiglio Metropolitano

Giuliano Pisapia: «Un momento quasi epocale, è una grande responsabilità ma anche una grande sfida»

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Città Metropolitana La prima seduta del nuovo Consiglio Metropolitano

Nella giornata di mercoledì 8 ottobre, il neo sindaco metropolitano Giuliano Pisapia ha “tenuto a battesimo” la prima seduta assoluta del nuovo Consiglio metropolitano, svoltosi nella precedente sede della Provincia,  palazzo Isimbardi. Qui sono intervenuti 23 dei 24 consiglieri eletti nel corso della tornata elettorale di domenica 27 ottobre, scelti tra i sindaci e i consiglieri dei Comuni dell’area del Milanese. «Cari Consiglieri – ha esordito Pisapia all’apertura della seduta - , la Città Metropolitana è diventata una realtà. E già questa mi sembra una notizia positiva, anche se i tempi sono stati troppo lunghi». Il nuovo Consiglio metropolitano sarà chiamato a redigere lo Statuto della Città Metropolitana, che dovrà essere approvato entro dicembre 2014, poiché dal 1° gennaio 2015 il nuovo ente diverrà a tutti gli effetti operativo. «L’auspicio – ha proseguito Pisapia - è che lo Statuto possa essere approvato all’unanimità o, quanto meno, da una maggioranza più ampia possibile, indipendentemente dalle pur diverse posizioni politiche». Il primo cittadino ha poi accennato ai criteri adottati per elezione del Consiglio e del sindaco metropolitano, che hanno suscitato diverse polemiche poiché di secondo livello. «Come sapete mi sono più volte espresso a favore dell’elezione diretta del Sindaco metropolitano. La legge ha voluto diversamente ma, questo è il mio invito, guardiamo avanti e facciamo noi la scelta migliore: ci sarà tempo e modo di discuterne tutti assieme». Infine, Pisapia ha enunciato quelli che saranno 3 punti cardine del nuovo Ente: «I confini tra i comuni della città metropolitana sono già di fatto molto labili; i problemi di Milano e dei Comuni vicini sono gli stessi ed è quindi più facile risolverli su una scala più grande; nessuno perderà la sua identità e Milano non fagociterà nessuno».
Alessandro Garlaschi