Esclusiva 7giorni: 9 Dicembre, l'Italia si ferma, il vento del Nord Est guida la ribellione pacifica. Guarda il video

Sono organizzati, sono incazzati, sono lavoratori, sono imprenditori, professionisti, operai, casalinghe, impiegati, non ci stanno a vedere inermi questa Italia affondare giorno dopo giorno. Sono organizzati e intenzionati a lasciare il segno. Si sentono boicottati dal potere, e da una certa stampa “di regime” che evita di parlare di questa manifestazione. «Solo lo Zoo di 105, la trasmissione pomeridiana più famosa dell’etere parla di questa notizia da settimane» ribadisce Mario, un agricoltore della Brianza che si auto definisce schiavo di questo sistema .

C’eravamo anche noi di 7giorni, alla riunione di ieri sera 3 Dicembre 2013, a Meda in un capannone colmo di gente. A guidare la protesta Patrizia Badii – nel video uno stralcio del suo intervento - una arcigna indipendentista veneta che ha sempre sostenuto le ragioni dell’operativo nord, ma che oggi è convinta che lo stato parassitario non sia un problema geografico ma che sia un cancro da estirpare in tutta Italia. Patrizia coadiuvata dai coordinatori regionali ha ribadito che la protesta sarà dura ma pacifica e ha messo in guardia i “ribelli” a non cadere nelle provocazioni, a tenere alta la guardia sugli infiltrati, a isolare e denunciare i facinorosi. «Bloccheremo l’Italia, insieme agli amici camionisti e agli amici agricoltori – dichiara il leader dei “ribelli” Patrizia Badii - , tenendo le mani in tasca, l’unica arma che avremo è la telecamera, ognuno registri tutto quello che succede, documenteremo tutto. La reazione dei ladri che ci governano, sarà dura, ci scaglieranno contro le loro forze armate: ma non dimenticate che quei poliziotti sono uomini e cittadini prima di essere soldati, dovranno prendere una decisione, noi non siamo delinquenti o Black Bloc, noi – conclude la vulcanica veneta - non spaccheremo nulla, noi non devasteremo, noi protestiamo e lottiamo per le nostre famiglie». Nel capannone stanno dispensando  i compiti per le cucine da campo, continuano ad arrivare derrate alimentari per sostenere la lotta, coperte, tende e quanto altro sia di conforto in questi giorni di gelo. In tanti fuori dal capannone chiamano a casa, ai propri cari, consigliandoli di fare rifornimento di derrate alimentari: «Sarà un natale caldo, nonostante la temperatura».

Giulio Carnevale

 

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