Noncuranza e poca assistenza: residenza sanitaria sotto accusa


Numerose segnalazioni ci hanno spinto tuttavia ad infìdagare sull’ effettivo trattamento riservato agli anziani non autosufficienti ospiti della casa di riposo. Un nutrito gruppo di familiari hanno scelto di ricorrere al nostro giornale per denunciare il loro malcontento, già reso noto alla direzione, ma mai preso nella giusta considerazione. I familiari ci informano che la situazione attuale è stata una graduale degenerazione della qualità assistenziale fornita fino a qualche anno fa.
I maggiori problemi riguardano il cibo e le cure igieniche: i pasti sono organizzati su due turni; prima vengono serviti coloro che hanno bisogno di assistenza e in seguito chi è maggiormente autonomo. Ebbene, i familiari riportano che chi ha la fortuna di poter mangiare senza bisogno di aiuto, ha però la sfortuna di accontentarsi di quello che avanza, oltretutto freddo e di pessima qualità. Fino a poco tempo fa i familiari potevano assistere i propri cari nel momento dei pasti e testimoniano le quantità esigue e la qualità pessima del cibo servito. In questo momento non è più possibile per i parenti presenziare e questo ha generato sospetto e fastidio. Altro grave problema sollevato dai parenti degli ospiti della casa di riposo, è la questione igienica: gli ospiti non autosufficienti necessitano di frequenti cambi per mantenersi puliti ed evitare un conseguente imbarazzo e disagio psicologico. I parenti riportano che il numero dei cambi si aggira sulle 3 volte al giorno, indipendentemente dal reale bisogno dell’ospite. La Carta dei Servizi della Residenza Borromea cita: “L'assistenza agli ospiti viene erogata secondo protocolli redatti sulla base di quanto riconosciuto come buona pratica assistenziale da parte della letteratura internazionale specializzata”.
I familiari però stentano a ritrovare la giusta assistenza e denunciano che trovano spesso i propri cari sporchi e poco curati. Per una famiglia non è sempre una scelta facile decidere di delegare la cura di uno dei propri cari a qualcun altro; nel farlo si spera sempre di lasciarlo nelle mani di qualcuno altamente qualificato e sensibile che sappia leggere i bisogni di una persona anziana che non sempre ha i mezzi per esprimere le proprie necessità. Questa è la speranza di tutti coloro che hanno scelto la Residenza Borromea come seconda casa per i propri familiari e che purtroppo invece dichiarano di vedere calpestati la dignità e i diritti dei propri cari.

La direzione ribatte: “Le norme sono rispettate”

I vertici della struttura restano aperti al dialogo

Sulla base delle importanti testimonianze raccolte tra i parenti degli ospiti, abbiamo interpellato la direzione della Residenza Borromeo, che ha dato una spiegazione alle lamentele pervenute per mezzo stampa.
A rispondere alle accuse dei parenti è Filomena Notarianni, vice-direttrice e responsabile amministrativa della struttura. La signora spiega che la struttura è periodicamente soggetta ai controlli da parte dell’Asl, che ne accerta il corretto funzionamento e la qualità del servizio erogato. Il servizio per essere accreditato al funzionamento deve seguire le normative dettate da Asl e Regione e questo spesso si scontra con le abitudini e le necessità dei familiari degli ospiti. Recentemente un controllo dell’Asl ha proibito la presenza dei familiari nelle sale da pranzo e questo ha generato malcontento nei familiari che erano abituati a assistere i parenti durante i pranzi. “I familiari non possono più aiutare i propri cari a mangiare perché questa è responsabilità della struttura”, dichiara la Notarianni. “L’ospite potrebbe avere dei problemi di deglutizione e la responsabilità su questo evento è del servizio e non della famiglia. Noi ci limitiamo ad applicare le norme”.
All’accusa di pasti freddi e di pessima qualità, la direzione risponde che “la cucina è interna alla struttura e i pasti vengono portati nelle sale dentro a carrelli termici certificati con un’autonomia di 3 ore, quindi non possono che essere bollenti quando vengono serviti. Comunque se il cibo dovesse raffreddarsi perché l’ospite mangia lentamente, tutte le sale sono provviste di forno a microonde”. E sulla qualità degli alimenti? “Il direttore sanitario e io passiamo tutti i giorni in cucina a controllare i pasti per verificare se le diete sono seguite, se il cibo è adatto e se la qualità è idonea”.
Ma la questione più sentita è l’igiene dei degenti, che secondo le testimonianze viene trascurata: “Noi abbiamo un piano regolamentato da seguire per i cambi, tra un cambio e l’altro ci sono delle verifiche e quindi non è assolutamente vero che gli ospiti rimangono sporchi a lungo, le accuse sono infondate”. Le accuse vengono quindi ribattute e il vice-direttore aggiunge: “Io posso affermare al 100% che le affermazioni dei familiari non corrispondono al vero e sono pronta a far verificare di persona la struttura a chi volesse la conferma”.
Chiediamo se quanto dichiarato dai parenti degli ospiti non sollevi nella direzione qualche dubbio sul reale fondamento delle criticità emerse e la signora Notarianni dichiara che sicuramente prenderà nota di quanto segnalato come motivo di ulteriori controlli. La direzione afferma con sicurezza la propria apertura e disponibilità all’ascolto: “Il mio ufficio è sempre aperto per i familiari”, conclude Filomena Notarianni. “Io non mi accorgo di tutto quindi sono ben lieta di sentire quando ci sono problemi, per me è un aiuto per lavorare meglio”