Dimissioni a catena in silenzio stampa, cadono teste dall’area finanziaria del Comune di Melegnano

«Ingenerose le dichiarazioni delle minoranze. Devo ringraziare l’assessore dimissionario Lanzani per il suo lavoro». Così difende la squadra il sindaco Vito Bellomo e tiene unito l’equipaggio contro le critiche quanto mai appuntite che le opposizioni, in queste ore, hanno indirizzato all’ormai ex assessore delegato a Bilancio, Fiera e Sport.


Marco Lanzani, 44enne dirigente e membro del Popolo della Libertà, ha rassegnato le sue dimissioni il 17 aprile. In assoluto silenzio stampa. È stato discusso e gridato in Consiglio comunale la sera del 18 aprile, in una seduta che, seppure informalmente, ha ufficializzato l’uscita di scena di Lanzani. E che ha confermato anche le dimissioni del dottor Samuele Samà, responsabile dell’area Risorse Economiche e Finanziarie del Comune. 
Sfondo della vicenda e origine di tutti i mali, l’avvenuto sforamento del Patto di Stabilità. Galeotto fu un milione e 42mila euro. «Vedremo cosa succederà quando verrà la Corte dei Conti» commenta Pietro Mezzi, leader di Centrosinistra Melegnano, che lancia una battaglia senza quartiere tra le piazze della città, «per spiegare ai cittadini che cosa è successo: abbiamo svolto il nostro ruolo e lo svolgeremo fuori da qui», dando il primo appuntamento domenica mattina.
«Violazione di legge», «pesanti previsioni sul futuro della città», Assessore, Sindaco e tecnici indicati come «responsabili politici, amministrativi ed economici», le accuse trovano feedback nel Partito Democratico. «Il silenzio dell’assessore Lanzani sulle sue dimissioni è la prova della sua responsabilità politica dello sforamento. Prova inoltre che i Capi Area non si parlano tra loro», sostiene Alberto Manara, consigliere democratico. Affonda il colpo il consigliere Lucia Rossi, capogruppo di Insieme Cambiamo. Rossi si è presentata in Consiglio con in mano una ricostruzione dei rapporti tra l’Assessore e gli uffici comunali, sulla base di due documenti protocollati il 10 aprile 2013, consistenti in due lettere. «Lanzani difendeva l’indifendibile - sottolinea la Rossi - affermando in cerimonia civile che il bilancio era sano e attivo. Ma c’era un debito fuori bilancio, e solo il 10 aprile, come si apprende da queste lettere, è stato comunicato. Perché?».
Tocca ai consiglieri di maggioranza Tiziano Bassi e Silvana Palma e a Fabio Raimondo, assessore ai Servizi Sociali, spegnere le fiamme: «Lanzani si è dimesso. Nessuno lo ha sfiduciato», ha puntualizzato Palma.
Marco Maccari