La base lascia il partito. Il Pd melegnanese, tra le preferenze delle primarie di Centrosinistra del 4 marzo, è arrivato ultimo perché gli elettori democrat – così è stato rivelato – hanno dato i loro voti alle facce giovani e portatrici di rinnovamento, seguendo cioè quel Pd che a dicembre chiedeva con voce ferma il ricambio della classe dirigente cittadina. Il 16 marzo sulla bacheca comunale è apparso un manifesto, satirico nelle intenzioni e tagliente nei termini, che fa il verso alle dichiarazioni del Pd prima e dopo le primarie. È l’informatore comunale della Lega Nord. «Nessun accanimento: interpretiamo la politica locale e diciamo come la pensiamo – è la spiegazione che arriva da parte del segretario leghista Denis Zanaboni –. Avevamo previsto la sconfitta del Pd prima che le primarie si chiudessero; eravamo stati buoni profeti. Ora attacchiamo la pochezza della classe dirigente del Pd».
Dario Ninfo, segretario del Pd di Melegnano, non parla di sconfitta alle primarie ma di sconfitta presso gli elettori. «La nostra base ci ha detto di avere votato Francesca Lembi, perché riteneva che rappresentasse quel cambiamento che il Pd ha sostenuto – risponde Ninfo –. Per quel che ci riguarda abbiamo deciso, per il bene della città, di sostenere il candidato Mezzi. È capace come politico e come amministratore e, vista la situazione critica di Melegnano, potrebbe essere la persona giusta».
Difficoltà di rappresentanza e fuga di elettori: non sarà che, sotto il manifesto della Lega, non si nasconda la voglia di rubare voti a un Pd indifeso? «Lo spero – replica Zanaboni –. Spero di rubare più voti possibili al Pd». Dario Ninfo: «Zanaboni si dovrebbe fare un esame di coscienza su come la Lega ha amministrato la città negli ultimi cinque anni nei punti più critici, l’urbanistica e la viabilità, e dovrebbe solo sperare che il Pd governi a Melegnano».

Marco Maccari