Quando il politico si fa in due: uno sguardo locale sul fenomeno del multi-incarico pubblico

La personalità in oggetto è Denis Zanaboni, segretario di Lega Nord per Melegnano e dal 2007 assessore alla Cultura e alla Viabilità, che ha accettato di rispondere alle nostre domande. La carica pubblica cui ha deciso ultimamente di candidarsi è quella di sindaco, in una città dei pressi melegnanesi, «tirandosi su le maniche» per il suo territorio d’anagrafe. Ispirazione del tutto lecita, ma per molti cittadini la domanda è un’altra: tecnicamente è possibile a una persona pubblica ricoprire più incarichi politici? Il decreto legislativo 267/2000, o Testo Unico sugli Enti Locali, aggiornato nel 2010, è a conoscenza del fenomeno e lo disciplina. Basta che il candidato sia elettore o elettrice diciottenne «di qualsiasi comune della Repubblica» (capo II, articolo 55.1), poi, come nel caso di Zanaboni, «se verrò eletto sindaco, dovrò dimettermi dalla carica corrente». Se sarà eletto in minoranza, no: i ruoli di assessore e consigliere sono infatti incompatibili (art. 64.1), ma, per il Testo, non in Comuni diversi. Zanaboni è inoltre impiegato pubblico a Opera, presso l’Ufficio tecnico, come altri suoi colleghi a Melegnano. «Per legge, non si può essere impiegato pubblico e consigliere nello stesso Comune», osserva Zanaboni; per il resto «è un valore aggiunto, permette di conoscere i gangli normativi. Per quanto riguarda l’accumulo di stipendi, non voglio neanche parlarne: lo stipendio di un consigliere è quasi un rimborso spese, 15-20 euro a seduta».
Altro personaggio pluri-impegnato è Patrizia Bellagamba, segretario comunale a Melegnano e a Tribiano. Bellagamba, diversamente da Zanaboni, è una figura istituzionale di profilo tecnico. Ha accettato di risponderci così: «Tecnicamente è possibile, anzi, professionalmente è migliore ed estremamente utile: le buone prassi applicate in un ente possono venire copiate nell’altro. A fronte di un orario di lavoro illimitato, che non si ferma alle 36 ore settimanali».

Marco Maccari