Sud Est Milano: la mafia c’è, ma non si vede. Il Gip Gennari: «È strategia dell’inabissamento»

Un pubblico di 58 partecipanti per la serata dedicata al tema "Legalità e Pubblica Amministrazione", svolta il 13 marzo a Melegnano presso la Sala delle Battaglie del Castello Mediceo. A dare il benvenuto sono stati Lucia Rossi, consigliere comunale della Lista Insieme Cambiamo, e il presidente del Consiglio comunale Pier Antonio Rossetti.

Ideata, voluta e promossa dal Tavolo per la Legalità - inaugurato a dicembre sulla base della proposta di introdurre a Melegnano il protocollo di legalità per l’edilizia del Comune di Merlino - la serata ha avuto come ospite di spicco Giuseppe Gennari, giudice per le indagini preliminari di Milano, specializzato nel contrasto alla ’ndrangheta e autore del libro Le fondamenta della città, di recente pubblicazione. Relatori assieme a lui il maggiore Giuliano Gerbo del comando dei Carabinieri di San Donato e il luogotenente Francesco Grittani del comando di Melegnano, il capitano Ilardo della Guardia di Finanza melegnanese. Moderatore, Cesare Giuzzi del Corriere della Sera.
Più volte nel corso della serata è stato ribadito come la presenza mafiosa nel quadrante del Sud Est Milano segua la strategia dell’inabissamento sociale: «Una presenza contingente, non contigua al potere politico, storicamente dovuta allo smantellamento del clan siciliano gelese dedito al traffico di stupefacenti. Oggi si spara, ma mai per colpire l’obiettivo istituzionale», ha spiegato il maggiore Gerbo, coinvolto nelle operazioni relative agli omicidi di Saverio Verracina e Natalino Rappocciolo. «Per le mafie - è la precisazione del giudice Gennari -, secondo il loro punto di vista, lo Stato è un ospite sgradito. La repressione giudiziaria è l’ultimo gradino d’intervento: è necessaria una battaglia culturale».
Gennari ha poi evidenziato come occorra intervenire nel cuore stesso dell’attività mafiosa, attualmente consistente nell’offerta di servizi illegali e nel fornire liquidità e credito alle imprese. Doveroso sottolineare, per Gennari, come oggi sia impossibile intercettare e punire una sostanziosa parte delle operazioni mafiose, quelle cosiddette di zona grigia, ovvero le attività svolte da professionisti (notai, commercialisti, avvocati) a favore di clienti mafiosi: «Questo tipo di rapporti - puntualizza Gennari - non rientra nel reato di associazione mafiosa, per cui resta impunito. Altro rapporto impunibile dalla legge è quello del voto in cambio di utilità: la legge contro il voto di scambio punisce solamente la consegna di denaro».
Intervenuti anche il sindaco di Melegnano, Vito Bellomo, e il consigliere Lucia Rossi, per evidenziare le difficoltà, oggi numerose, nel verificare l’identità mafiosa delle imprese edili che lavorano nelle grandi lottizzazioni comunali: problemi per risolvere i quali diventa forte l’attesa di un Protocollo di Melegnano.
Marco Maccari