Addio alla pressione alta con l’innovativa Denervazione renale

Al Centro Cardiologico Monzino un nuovo percorso per la cura dell’ipertensione nei pazienti che non riescono a controllare i valori della pressione con le cure farmacologiche ad oggi disponibili

Il Centro Cardiologico Monzino ha recentemente avviato un percorso per il trattamento dei pazienti ipertesi refrattari alle terapie tradizionali con la tecnica di Denervazione Renale (RDN) basata su novità tecnologiche e procedurali. Con il rilancio di questa terapia, il Monzino offre una soluzione efficace, sicura e a lungo termine per pazienti che, nonostante l’assunzione di tre o più farmaci antipertensivi, non raggiungono valori della pressione ottimali. Il trattamento è inoltre un’alternativa importante nelle persone con limitate possibilità terapeutiche a causa di intolleranza a numerosi farmaci antipertensivi. L’obiettivo della tecnica RDN è quello di modulare l’influenza del Sistema Nervoso Simpatico sui valori di pressione arteriosa a livello delle arterie renali. La denervazione renale consiste quindi nel disattivare selettivamente l’innervazione sul tratto prossimale e distale delle arterie renali, determinando una duratura riduzione della pressione sanguigna. 

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La riduzione della pressione si manifesta clinicamente a distanza di un intervallo che può variare da tre a sei mesi. La procedura si effettua in sala angiografica con approccio per via femorale. «l’ipertensione arteriosa è il principale fattore di rischio per le patologie cardiovascolari e rappresenta la prima causa di mortalità al mondo – spiega il Prof. Piergiuseppe Agostoni, Direttore Scompenso Cardiaco e cardiologia clinica –. In particolare, il mantenimento di un livello di pressione ottimale è fondamentale nei pazienti con scompenso cardiaco, la cui bassa funzione cardiaca è strettamente influenzata da un regime pressorio non ancora ideale. Quindi, la denervazione renale rappresenta oggi una strategia terapeutica che deve far parte di un moderno programma di trattamento dei pazienti con ipertensione arteriosa di difficile controllo».